
I dazi doganali americani del 39% colpiscono duramente l'industria svizzera dell'acciaio e dell'alluminio: rappresentano un enorme svantaggio competitivo per un comparto che già soffre per i prezzi elevati dell'energia e per le turbolenze del mercato globale, afferma l'associazione di categoria Metal.suisse. "Le nostre aziende sono con le spalle al muro: chi non reagisce ora rischia di perdere know how, posti di lavoro e sostanza industriale", afferma la presidente - e consigliera nazionale (UDC/TG) - Diana Gutjahr, citata in un comunicato. Le conseguenze delle barriere doganali sono di vasta portata; gli investimenti vengono frenati, le catene di approvvigionamento vacillano e i posti di lavoro sono a rischio.
Le richieste
L'organizzazione chiede che venga garantito e ampliato il libero scambio con altri Paesi, che siano rafforzate le relazioni con l'Ue, che vengano diminuite le pastoie burocratiche in Svizzera e che sia abbassato il prezzo dell'energia. Il lavoro ridotto dovrebbe inoltre essere esteso a 24 mesi per garantire gli impieghi nell'industria di esportazione.