
L’indennità totale massima in caso di maternità dovrebbe passare dai 196 franchi al giorno di oggi a 245 franchi. Lo prevede una mozione accolta dalla Commissione della sicurezza sociale del Consiglio degli stati (CSSS-S) per 6 voti a 5. Il Nazionale si era già espresso a favore.
Togliere le disparità giuridiche ed economiche delle madri
La mozione mira a sopprimere la disparità giuridica ed economica delle madri rispetto a chi presta servizio militare nella legge sulle Indennità per perdita di guadagno, in particolare per quanto riguarda l’importo massimo giornaliero. La mozione deve permettere alle madri di percepire gli assegni per i figli oltre all’indennità giornaliera, e prevede inoltre di concedere loro le altre prestazioni accessorie di cui può beneficiare chi presta servizio, ossia gli assegni per spese di custodia e gli assegni per l’azienda.
Un costo di 260 milioni
Il costo annuo di questa misura è stimato in circa 260 milioni e il suo finanziamento determinerebbe un aumento dei contributi percepiti sui salari, precisa una nota odierna dei servizi parlamentari.
Disparità di trattamento non più giustificata
La maggioranza della Commissione considera giustificato l’obiettivo della mozione poiché volta ad eliminare una disparità di trattamento non più giustificata: una minoranza, invece, contesta gli assegni per le spese di custodia. Sempre nel corso della sua seduta, la CSSS-S ha approvato un’altra mozione che darebbe alle madri indipendenti la possibilità di percepire assegni per l’azienda.
Assicuratori, no obbligo riduzione riserve
Diversamente da alcuni atti parlamentari e una mozione - Lorenzo Quadri, Lega/TI, approvata dal Nazionale nel settembre 2021 - la CSSS-S non intende costringere gli assicuratori malattie a ridurre le riserve eccedentarie. La commissione vuole osservare gli effetti della modifica dell’ordinanza sulla vigilanza sull’assicurazione malattie, entrata in vigore nel giugno 2021, modifica che facilita agli assicuratori la riduzione volontaria delle loro riserve, specifica il comunicato. Con 6 voti a 5 e 1 astensione ha quindi respinto vari atti parlamentari in tal senso.
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