
Cala la fede in Svizzera. Nel nostro Paese - come reso noto dall'Ufficio federale di statistica - negli ultimi dieci anni il numero di persone che credono in Dio è calato. Un dato curioso, spulciando le statistiche, è che si tratta di una diminuzione marcata soprattutto tra gli over 65 (–14%), mentre per coloro sotto i 25 anni il numero di credenti è rimasto praticamente invariato. Per interpretare questi dati abbiamo parlato con il rettore della Facoltà di Teologia di Lugano René Roux. "Ho la sensazione che forse la generazione più grande, seppur abbia proseguito con la sua presenza in chiesa nel corso degli anni, abbia sviluppato un desiderio di cambiamento, non essendo sempre soddisfatta. La parte più giovane invece non è interessata a una chiesa progressiva, perché è libera, fa quello che vuole, e non si è mai sentita oppressa dalla chiesa. Se si riavvicina al cristianesimo – che sia di forma cattolica o protestante - è perché cerca magari qualche forma di spiritualità, un''identità o un'esperienza più marcata rispetto a quello che trovano fuori", ha commentato il professore. "Se guardiamo i giovani che frequentano le nostre comunità, la mia impressione è che vogliano qualcosa di più solido e tradizionale rispetto alla generazione più in là con l'età".
Meno fedeli, ma in Francia è boom di battesimi
In generale, Roux conferma che non sorprende la tendenza che emerge dai dati, soprattutto la minor presenza a eventi e funzioni. "Sembrano confermare l'esperienza empirica di frequentazione delle celebrazioni domenicali, soprattutto dopo il Covid". Tuttavia, allargandolo, si tratta di un dato difficile da interpretare. "Sì perché prendiamo l'esempio del periodo pasquale in Francia, un Paese dove la secolarizzazione è persino più avanti che in Svizzera. Si è notato un aumento esponenziale del numero di giovani che hanno chiesto un battesimo. Le cattedrali erano strapiene. Una scelta quindi controcorrente, soprattutto se si considera la difficoltà a livello di immagine pubblica della Chiesa".
Di fronte alle difficoltà, però, si prega
I dati lo hanno mostrato chiaramente: più della metà della popolazione ritiene importante la religiosità quando è confrontata a problemi e situazioni di malattia. "Immagino che non si preghi mai così tanto come su un aereo quando ci sono turbolenze particolarmente forti", ha commentato a riguardo Roux. "Credo sia un fatto semplicemente umano, che ribadisce il desiderio che abbiamo di qualcosa che va aldilà dell’immediata vita terrena. Forse ce l’abbiamo scritto nella nostra natura".
Effetto Papa Leone? "Vedremo"
Infine, all'esperto abbiamo quindi chiesto se in un clima generale di allontanamento dal clero possa avere un ruolo l’elezione di un nuovo papa, come Leone? "Una figura di questo rilievo può avere un influsso grande perché comunque è la prima persona di riferimento per le questioni di tipo religioso, è però difficile dire se possa avere un influsso immediato. Senz’altro nel passato una personalità come San Giovanni Paolo II ha avuto un impatto molto forte. Vedremo".