Disabilità
In Svizzera "bisogna migliorare l'autonomia abitativa di chi è in AI"
©Gabriele Putzu
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Ats
2 giorni fa
Il Controllo federale delle finanze, valutando la coerenza delle prestazioni versate ai beneficiari adulti dell'AI volte a favorire l'autonomia abitativa, ha constatato che "in generale, le prestazioni a cui un beneficiario avrebbe diritto dipendono da così tanti fattori che il rischio di disparità di trattamento è elevato".

In Svizzera, il sistema che garantisce un'autonomia abitativa alle persone con disabilità è "poco trasparente" e "necessita di un "migliore coordinamento" tra Confederazione e Cantoni. Lo sostiene il Controllo federale delle finanze (CDF), che intravvede anche una disparità di trattamento tra i beneficiari dell'AI. Nel 2014, Berna ha ratificato la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, dichiarando così il proprio impegno a promuovere la parità e l'inclusione dei disabili e riconoscendo il loro diritto ad un tenore di vita adeguato, compresa un'autonomia abitativa adeguata. Le competenze in ambito di prestazioni domiciliari sono ripartite tra Cantoni e Confederazione. Le autorità cantonali, ad esempio, sono competenti in materia di assistenza e di cura a domicilio e mettono a disposizione e finanziano l'alloggio nelle apposite strutture. Secondo la valutazione pubblicata oggi dal CDF, l'assicurazione per l'invalidità (AI) sostiene l'autonomia delle persone con disabilità attraverso l'assegno per grandi invalidi (AGI) e il contributo per l'assistenza. Se si prendono in considerazione gli assicurati adulti, i costi di queste due prestazioni ammontano a più di 400 milioni di franchi all'anno (circa 320 mio. per l'AGI e 90 mio. per il contributo per l'assistenza). Nel 2023 tali costi rappresentavano circa il 4% delle spese totali sostenute dall'AI.

Disparità di trattamento

Valutando la coerenza delle prestazioni versate ai beneficiari adulti dell'AI volte a favorire l'autonomia abitativa, il CDF ha constatato che non esiste una strategia globale chiara e coordinata. L'analisi ha messo in luce un sistema composto da diverse prestazioni poco omogenee che peraltro risulta complicato e poco trasparente. Il quadro normativo e il livello delle prestazioni destinate alle persone con disabilità variano a seconda dei Cantoni e gli enti coinvolti agiscono in modo poco coordinato, sostiene il CDF. In generale, le prestazioni a cui un beneficiario avrebbe diritto dipendono da così tanti fattori che il rischio di disparità di trattamento è elevato. Questa complessità causa anche delle inefficienze, non garantendo così l'accesso a tutti i potenziali destinatari. A differenza dell'alloggio in una struttura, le condizioni quadro per l'autonomia abitativa delle persone con disabilità che vivono al proprio domicilio non sono formalizzate, precisa il CDF.

Trasparenza dei costi insufficiente

Stando al rapporto, la Confederazione e i Cantoni non dispongono di dati trasparenti e completi sui costi sostenuti per l'alloggio che permettano di fare una distinzione tra coloro che risiedono in strutture e coloro che invece vivono al proprio domicilio. Risulta pertanto impossibile determinare quale di queste due forme abitative sia la più adatta nei singoli casi e o quale sia la soluzione più economica. Secondo il CDF, inoltre, gli assicurati non sempre sono incoraggiati a optare per la soluzione abitativa più economica. Sebbene la maggior parte degli assicurati si dichiari soddisfatta della propria situazione abitativa e dell'assistenza fornita, circa un quarto dei beneficiari dell'AGI ritengono che le prestazioni di sostegno domiciliare erogate dagli enti pubblici siano insufficienti. Considerando la mancanza di strumenti di gestione affidabili, risulta piuttosto difficile migliorare le prestazioni in modo mirato ed efficace, scrive il CDF.

Sistema troppo complicato

Il sistema è di difficile comprensione per gli assicurati a causa della frammentazione delle prestazioni, sostiene ancora il CDF. Inoltre, il ricorso alle prestazioni cantonali avviene in modo sussidiario rispetto alle prestazioni delle assicurazioni sociali. Dato che ogni ente è specializzato nelle prestazioni che offre, gli assicurati devono a volte rivolgersi a diversi servizi oppure devono attendere che più enti si esprimano in merito alla loro situazione prima di ricevere chiarimenti sui propri diritti. Per quanto riguarda il contributo per l'assistenza, le autorità non prevedono alcun requisito di qualità nei confronti del personale assunto, poiché si tratta di un rapporto tra il beneficiario della prestazione quale datore di lavoro e il lavoratore. Ciò comporta un rischio per la persona con disabilità, in particolare se sono coinvolti soggetti vulnerabili e anche alla luce del fatto che, pur essendoci dei meccanismi antifrode, questi presentano delle lacune nell'ambito del lavoro nero. Sulla base di queste considerazioni, il CDF ha rivolto sette raccomandazioni all'Ufficio federale delle assicurazioni sociali (UFAS) e al Dipartimento federale dell'interno (DFI). Il CDF auspica che in futuro le misure destinate a favorire l'autonomia abitativa siano meglio coordinate e che sia assicurata la parità di trattamento tra i beneficiari.

Controprogetto in consultazione

Quale controprogetto indiretto all'iniziativa popolare "Per l'uguaglianza delle persone con disabilità (Iniziativa per l'inclusione)", il Consiglio federale intende, da un lato, introdurre una nuova legge sull'inclusione incentrata in primo luogo sull'alloggio e, dall'altro, formulare una revisione parziale della legge federale sull'assicurazione per invalidità (LAI), volta a migliorare l'accesso a mezzi ausiliari e al contributo per assistenza dell'AI. Nella seduta del 25 giugno, il Consiglio federale ha avviato una consultazione sul suo controprogetto indiretto all'iniziativa popolare.