
Un'organizzazione romanda ha chiesto oggi alla Migros di retribuire equamente le produttrici e i produttori di latte locali. Secondo l'Association de soutien au lait équitable (ASLE) il gigante arancione acquisterebbe il latte svizzero al di sotto dei costi di produzione, contribuendo così alla scomparsa delle aziende agricole elvetiche. Il latte deve essere remunerato a un prezzo che copra i costi di produzione, ha affermato l'ASLE nel suo appello lanciato davanti ai media a Berna, citando i compensi ritenuti onesti. L'Associazione svizzera per lo sviluppo dell'agricoltura e delle aree rurali (AGRIDEA), ad esempio, stima tali prezzi attorno ai 98 centesimi al litro, mentre la Migros pagherebbe solo circa 79 centesimi al litro, sostiene l'associazione. Per l'ASLE - che invita i consumatori a firmare la sua petizione - un simile compenso è decisamente insufficiente e contribuisce al graduale e costante abbandono di questo preciso tipo di produzione da parte delle aziende agricole e famiglie contadine svizzere (passate da 39'900 nel 2000 a 16'600 nel 2024).
"Le aziende producono in perdita"
I produttori devono poi fare i conti anche con i dazi statunitensi, seppur l'impatto resta limitato, ha ricordato l'associazione: il 3% del latte svizzero viene infatti esportato oltreoceano. Un fattore che grava ulteriormente sulle casse dei produttori. "Le aziende producono in perdita", ha dichiarato il consigliere nazionale Benoît Gaillard (PS/VD), a capo dell'organizzazione. "La Svizzera sta diventando dipendente dalle importazioni di latte", gli ha fatto eco il suo collega alla Camera del popolo Jacques Nicolet (UDC/VD), anch'egli agricoltore. "Nella Svizzera romanda c'è una forte sensibilità che va al di là della fede politica", ha quindi osservato Gaillard: "Si tratta di un tema che sta a cuore non solo all'UDC, ma anche al PS", ha aggiunto. "Se i consumatori sono consapevoli che il denaro va a favore dei produttori e dei lavoratori agricoli, sono pronti a pagare anche un po' di più", ha affermato Laurianne Altwegg, responsabile agricoltura presso la Federazione romanda dei consumatori (FRC). L'associazione ha inoltre ricordato che la Migros proponeva già latte onesto nei suoi punti vendita nel 2021 e contesta l'argomento di una scarsa domanda da parte dei consumatori: secondo l'ASLE, dagli scaffali sono stati acquistati circa 370'000 litri in un anno. Parlamentari e vari organizzazioni dei consumatori sostengono l'appello dell'associazione e avvertono: di questo passo, la Svizzera rischia di perdere la propria autosufficienza lattiera.
Migros non ci sta
La Migros, dal canto suo, respinge "fermamente" le accuse mosse dall'ASLE. Il gigante arancione ricorda che il gruppo Elsa - l'azienda lattiero-casearia che fa capo a Migros Industrie - versa alle produttrici e ai produttori di latte compensi "superiori alla media". Stando al colosso del commercio al dettaglio, l'importo attualmente pagato "figura tra i più alti in Svizzera". L'azienda afferma di aver già comunicato questi elementi allo stesso consigliere nazionale vosese Gaillard in una recente lettera. La Migros precisa che il gruppo Elsa segue l'evoluzione dei prezzi di riferimento e afferma di voler garantire "remunerazioni competitive a tutte le produttrici e a tutti i produttori", e non soltanto a coloro il cui latte sarebbe destinato a un prodotto specifico, come appunto il latte equo. Il distributore ribadisce infine che la "domanda è effettivamente insufficiente". Per la Migros - in base ai suoi dati di vendita e alla sua analisi del mercato - sarebbero troppo pochi i clienti disposti a pagare un prezzo nettamente più elevato per un latte onesto. La sensibilità della clientela al prezzo rimarrebbe elevata in un contesto molto competitivo, segnato in particolare dal ritorno del turismo degli acquisti. Pertanto la Migros non prevede di reinserire il latte equo nel suo assortimento.
