
All’ufficio postale senza più denaro contante? In un’intervista pubblicata domenica dalle testate di CH Media, il presidente del CdA della Posta, il friburghese e già presidente del Ps svizzero Christian Levrat, aveva aperto a questa possibilità. “Sono i politici a dovere prendere questa decisione”, ha dichiarato. “Ma alcune cose devono essere chiare: Postfinance contribuisce per metà alla copertura dei costi della rete di uffici postali. Allo stesso tempo, sono sempre meno le persone che pagano le fatture in contanti. Questi pagamenti sono ulteriormente drasticamente diminuiti con la crisi del Covid”.
“Che le abitudini dei cittadini, anche nella gestione dei pagamenti siano cambiati, è fuor di dubbio. Questa tendenza non deve però portare all’eliminazione - o alla limitazione - del denaro contante, in quanto diversi cittadini lo preferiscono ancora al pagamento elettronico”. A esprimersi in questi termini, allertato dalle dichiarazioni di Levrat, è il consigliere nazionale ticinese Piero Marchesi.
L’interrogazione
Il parlamentare Udc ha quindi presentato un’interrogazione alle Camere federali. Queste ultime, infatti, sono state chiamate in causa da Levrat quali istituzioni che si dovranno chinare su questo tema. Marchesi chiede dunque al Consiglio federali se questi abbia intenzione di “proporre al Parlamento l’eliminazione dell’obbligo per La Posta di accettazione dei pagamenti contanti” e, se sì, se non ritenga “che questo cambiamento penalizzerebbe chi oggi apprezza e utilizza il contante per i pagamenti presso La Posta”.
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