Svizzera
Impieghi all'estero di aziende parastatali: il Consiglio federale dice no allo stop chiesto da Chiesa
Redazione
5 ore fa
Secondo il Governo imporre un divieto rigido alle delocalizzazioni, come già fatto dalla Posta e da Swisscom, limiterebbe la libertà imprenditoriale delle aziende parastatali.


Il Consiglio federale non ritiene opportuno adeguare le basi legali per vietare le delocalizzazioni all'estero di posti di lavoro da parte di imprese a partecipazione maggioritaria della Confederazione. È quanto si legge nella risposta a una mozione del consigliere agli Stati UDC Marco Chiesa, che chiedeva di impedire ad aziende come Posta, FFS e Swisscom di trasferire posti di lavoro all’estero, soprattutto nel settore IT. Berna ricorda che il suo ruolo consiste nel definire gli obiettivi strategici delle imprese parastatali – come politiche del personale responsabili e attenzione alle regioni svizzere – ma che "in linea di principio non interferisce nelle attività operative", tra cui rientra l’apertura di sedi all’estero.

La decisione della Posta e di Swisscom di delocalizzare

Per quanto riguarda il potenziamento del centro IT della Posta a Lisbona, il Consiglio federale sottolinea che l’azienda ha assicurato che ciò "non comporterà licenziamenti in Svizzera". Nei prossimi cinque anni il gigante giallo stima circa 500 posti vacanti a causa di fluttuazioni naturali e solo 130 di questi saranno occupati fuori dal Paese. Anche Swisscom, che impiega circa 600 collaboratori a Riga e a Rotterdam, giustifica le attività estere con la necessità di contenere i costi e mantenere la competitività in un mercato molto sotto pressione.

No alla limitazione della libertà imprenditoriale

Il Governo evidenzia poi che la Svizzera resterà comunque la sede principale delle attività IT e che Posta e Swisscom continueranno a investire nella formazione e nella manodopera qualificata interna. Quanto alla sicurezza, Berna afferma che le imprese sono tenute a garantire la protezione dei dati anche quando alcune funzioni vengono svolte all’estero. Infine, il Consiglio federale avverte che imporre un divieto rigido alle delocalizzazioni limiterebbe la libertà imprenditoriale delle aziende federali, rischiando di compromettere innovazione e competitività. Per questo motivo considera la proposta di Chiesa non praticabile e non intende modificare le basi legali attuali.