La Protezione dei consumatori critica la mancanza di trasparenza per i rimborsi degli ski pass in caso di chiusure legate al Covid. Alcune stazioni sciistiche hanno introdotto ostacoli troppo alti per i clienti.

Per certi impianti, il rimborso è ad esempio possibile soltanto se un intero comprensorio sciistico viene chiuso per ordine delle autorità, scrive oggi in una nota la Protezione dei consumatori della Svizzera tedesca. Se invece rimane aperto anche un solo impianto di risalita, non è previsto alcun rimborso. E questo nonostante la situazione legale preveda che i clienti abbiano diritto ad un rimborso se il servizio usuale non viene fornito.

Alcune stazioni prevedono inoltre di rimborsare solo il costo degli abbonamenti, ma non quello dei biglietti singoli o multipli. In altre, è necessario avere acquistato il biglietto online per chiedere un rimborso. I siti web di alcune stazioni sciistiche non forniscono peraltro alcuna informazione in merito. L’organizzazione svizzero tedesca ha esaminato le regole per il rimborso di sette grandi stazioni sciistiche sulla base delle informazioni disponibili su Internet. Si tratta dei comprensori di Gstaad (BE), Adelboden-Lenk (BE), Andermatt-Sedrun-Disentis (UR/GR), Zermatt (VS), 4 Vallées (Verbier, Crans Montana, Arolla, Anzère, Ovronnaz, Veysonnaz e Haute-Nendaz, VS), Arosa-Lenzerheide (GR) e St. Moritz (GR).

La Protezione dei consumatori si dice inoltre delusa della mancanza di soluzioni che vadano incontro ai bisogni dei clienti. Nessuno dei comprensori presi in esame prevede ad esempio la possibilità di suddividere un abbonamento stagionale in abbonamenti mensili. Agli sciatori viene perciò consigliato di acquistare un abbonamento soltanto le regole di rimborso saranno chiarite, come pure di ritardare il più a lungo possibile l’acquisto di biglietti giornalieri.

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