
Il successore di Sergio Ermotti alla guida operativa di UBS sarà con ogni probabilità Iqbal Khan, attuale responsabile della gestione patrimoniale globale. Lo sostiene David Benamou, chief investment officer di Axiom Alternative Investments, intervistato da Finews. Secondo l’esperto, Khan incarna il profilo internazionale e orientato alla crescita che meglio risponde alla “strategia Morgan Stanley” perseguita da Ermotti, basata su un modello leggero in termini di capitale e centrato sul wealth management.
Benamou
Benamou ritiene che la vicenda dei pedinamenti orchestrati anni fa da Credit Suisse ai danni di Khan non rappresenti più un ostacolo. A suo avviso, la corsa alla successione difficilmente sarà vinta da un candidato esterno, considerata la forza del management interno. Solo un eventuale ripensamento del mercato sulla strategia statunitense di UBS potrebbe aprire la porta a profili esterni di altissimo livello. Sul piano operativo, UBS rimane in salute: afflussi netti solidi, tre mercati chiave (Svizzera, Asia e Stati Uniti) in crescita e un’integrazione di Credit Suisse giudicata complessivamente “positiva”, nonostante alcuni ritardi nella migrazione della clientela. Restano però due fattori di incertezza: la disputa legale sulle obbligazioni AT1 di CS, dopo la sentenza del Tribunale amministrativo federale che ha definito illegittimo l’azzeramento, e la definizione delle nuove regole sul capitale, che potrebbero tradursi in un fabbisogno aggiuntivo di 4-7 miliardi di franchi. Benamou esclude che UBS possa trasferire la sede negli Stati Uniti, ipotesi nata più da tattica politica che da un reale interesse strategico. E prevede che, una volta conclusa l’integrazione di Credit Suisse, la banca punterà a un’espansione negli Stati Uniti, probabilmente tramite acquisizioni, tra il 2026 e il 2027. Quanto a Ermotti, una volta lasciata la direzione operativa potrebbe assumere la presidenza del consiglio di amministrazione, ruolo per il quale l’attuale chairman Colm Kelleher si è già detto favorevole. Anche il profilo di Khan – svizzero di origine pakistana – rientrerebbe nell’equilibrio tra leadership elvetica e internazionale auspicato dal vertice.
