
Stando a un rilevamento commissionato dalla Segreteria di Stato della migrazione (SEM), spesso Cantoni e Comuni verificano solo superficialmente i documenti d'identità degli stranieri. Per questo il Consiglio federale ha incaricato il Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) di elaborare, entro giugno 2026, un progetto da porre in consultazione che imponga alle autorità controlli più sistematici e approfonditi. Secondo l'analisi della SEM, l'autenticità dei documenti presentati per ottenere permessi di dimora, domicilio o per frontalieri non è verificata in modo accurato nella maggior parte dei casi, si legge in una nota governativa diramata oggi a margine della seduta settimanale dell'Esecutivo.
L'obiettivo
Un approccio lacunoso - spiega il Consiglio federale - può favorire l'uso di documenti falsi, impedire l'identificazione di persone potenzialmente pericolose e agevolare traffici illegali, in particolare nel settore della prostituzione e del lavoro nero. "Uno straniero può ottenere con l'inganno un permesso di dimora, di domicilio A o per frontalieri esibendo un documento contraffatto o utilizzato in modo abusivo", sottolinea la nota. Il Governo intende quindi rendere obbligatoria la verifica scrupolosa dei documenti originali - escludendo l'uso di semplici copie - e prevede inoltre di adeguare l'ordinanza sull'ammissione, il soggiorno e l'attività lucrativa.
