
La solidità del franco svizzero si è confermata anche nel 2025. Nonostante le tensioni legate ai dazi statunitensi, che avevano fatto temere ripercussioni significative sull’economia elvetica, la valuta ha continuato a rafforzarsi. Secondo gli specialisti, si tratta di un trend strutturale destinato a proseguire anche nel 2026. A sostenerlo concorrono fattori ben noti: stabilità politica, avanzi delle partite correnti, basso livello di indebitamento, un’economia competitiva e innovativa e un’inflazione contenuta. Da qui il ruolo storico del franco come bene rifugio nei periodi di incertezza. Inoltre, l’accordo di principio raggiunto con Washington sul contenzioso doganale ha ridotto un rischio rilevante per la competitività della Svizzera rispetto ad altri Paesi industrializzati.
2025
Nel corso del 2025 il dollaro ha subito una marcata perdita di valore: circa il 13% rispetto al franco. Il cambio è sceso da 0,9078 franchi di inizio anno agli attuali 0,7872. Per dare un’idea della portata del movimento, circa 25 anni fa un dollaro valeva ancora intorno a 1,80 franchi. Tra i fattori chiave della recente debolezza figura la cosiddetta “giornata della liberazione” proclamata dal presidente Donald Trump ad aprile, che ha innescato un rapido deprezzamento della valuta statunitense fino a poco sotto gli 81 centesimi, con un minimo successivo a 0,7761 prima di una stabilizzazione nell’area 79–80 centesimi.
2026
Guardando al 2026, molti analisti ritengono che i rischi per il dollaro restino orientati al ribasso. Pesano le incertezze politiche legate alle elezioni di medio termine, i dubbi sull’indipendenza della Federal Reserve, una politica commerciale imprevedibile e l’elevato deficit pubblico. A ciò si aggiunge la tendenza di diverse banche centrali a diversificare le riserve verso oro e altre valute. Secondo Thomas Stucki, della Banca cantonale di San Gallo, un ritorno verso i 75 centesimi non è da escludere, mentre altre istituzioni prevedono una fase di relativa stabilità.
Euro
L’euro, invece, nel 2025 si è mostrato complessivamente stabile. Attualmente quota 0,9286 franchi, circa l’1% in meno rispetto a gennaio, dopo oscillazioni tra 92 e 97 centesimi. Per i prossimi mesi gli esperti si attendono un andamento laterale. Le prospettive economiche dell’Ue restano deboli, ma eventuali stimoli derivanti dal programma infrastrutturale tedesco e dall’aumento delle spese per la difesa potrebbero sostenere la moneta unica. In sintesi, il franco dovrebbe restare forte, rappresentando una sfida costante per l’export, ma un vantaggio per i consumatori svizzeri, che beneficiano di prezzi più convenienti all’estero.
