Svizzera
“Il dibattito sui costi sanità non va ridotto”
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Keystone-ats
2 anni fa
Nel 2020 la quota a carico dei premi era pari “soltanto” al 37,9% della spesa sanitaria, ovvero 31,6 miliardi, mentre le altre fonti coprivano 51,7 miliardi

Per i medici svizzeri è problematico ridurre il dibattito sui costi della sanità ai premi di cassa malattia. In realtà, meno del 40% della spesa sanitaria è finanziato così, rilevano, ricordando che il resto lo è da altre fonti, come lo Stato, i pagamenti diretti o le assicurazioni private. Nel 2020 la quota a carico dei premi era pari “soltanto” al 37,9% della spesa sanitaria, ovvero 31,6 miliardi, mentre le altre fonti coprivano 51,7 miliardi. Eppure in ambito politico si discuteva solo di premi, sottolinea il Bollettino dei medici svizzeri nel suo ultimo numero, pubblicato oggi.

Quota aumentata negli anni
Bisogna comunque riconoscere che nel corso degli anni è aumentata la quota di sistema sanitario finanziata dai premi: basti ricordare che nel 1996 era del 29,9%. Non è dunque vero, proseguono i medici, che questi stiano salendo solo a causa dell’incremento dei costi. Se fossimo rimasti a una quota di finanziamento del 29,9%, oggi i premi sarebbero inferiori del 21%. Confondere le idee in questo campo serve a diversi interessi e diventa uno strumento di pressione politica, secondo i medici. Per esempio fa apparire la regolamentazione statale dell’assicurazione malattia obbligatoria più efficace di quanto non sia, poiché non viene menzionato il fatto che si applica solo al 38% delle spese. La questione del futuro del sistema di finanziamento, a loro avviso la più importante, viene invece tendenzialmente evitata. Se tutto verrà mantenuto così com’è, la quota di finanziamento attraverso i premi continuerà a crescere, penalizzando soprattutto le famiglie a basso reddito. Rivedere il sistema permetterebbe di sgravare chi paga i premi consentendo guadagni di efficienza senza incidere sulla qualità dell’assistenza, conclude il Bollettino.

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