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Il consumo di crack e di freebase è in netto aumento in Svizzera
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Redazione
un anno fa
In Svizzera, l'UFSP ha organizzato una tavola rotonda per affrontare il problema del consumo di crack e freebase, evidenziando la necessità di migliori strutture di supporto e di interventi precoci per le persone con dipendenze. Inoltre, sono in corso studi sul monitoraggio delle acque reflue per analizzare il consumo di droghe illegali e valutare le strategie di intervento.

In Svizzera il consumo di crack e di freebase è aumentato rapidamente. Di conseguenza, mancano in parte strutture adeguate ai bisogni delle persone con dipendenze. Poiché il consumo di tali sostanze avviene sempre più spesso negli spazi pubblici, questo fenomeno preoccupa anche la popolazione di molte località. Per questo motivo, l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ha organizzato per la seconda volta una tavola rotonda per confrontarsi sulla situazione con Città, Cantoni e organizzazioni specializzate. La direttrice dell’UFSP, Anne Lévy, ha ribadito quanto sia importante sostenere le persone con dipendenze nel proprio contesto sociale e contribuire così alla riduzione dei danni.

Una rete di aiuti

I partecipanti hanno concordato sul fatto che le persone con dipendenze debbano essere sostenute precocemente da una rete funzionante di prestazioni di aiuto psicosociale e di medicina delle dipendenze. Si sono confrontati sulle misure e sulle strategie che si sono rivelate efficaci nel gestire la situazione sul campo. Dalla discussione è emersa la necessità di istituire rapidamente, laddove non esistono ancora, centri d’accoglienza a bassa soglia. "Vale la pena investire per attenuare l’attuale fenomeno legato al consumo di crack e prepararsi ad affrontare gli sviluppi futuri". In occasione dell’incontro, la direttrice dell’UFSP Anne Lévy ha sottolineato che il sostegno psicosociale "costituisce un importante contributo alla riduzione dei danni e all’aiuto in caso di dipendenze". Realizzare strutture di accoglienza notturna, soddisfare i bisogni di base oppure offrire programmi occupazionali adattati "sono tutti elementi che contribuiscono a stabilizzare lo stato di salute delle persone interessate". Questo approccio ha dimostrato di essere valido e di essere vantaggioso anche per la società tutta.

La tavola rotonda

La tavola rotonda "ha offerto ai partecipanti la possibilità di confrontarsi su esempi di buone pratiche". Organizzandola, l’UFSP "svolge il suo ruolo di coordinatore, fornisce ai Cantoni le basi per poter realizzare le proprie offerte e raccoglie dati al fine di valutare la situazione e informare in merito i portatori di interessi". I rappresentanti della Società Svizzera di Medicina delle Dipendenze (SSAM) e della Commissione federale per le questioni relative alle dipendenze e alla prevenzione delle malattie non trasmissibili (CFDNT) hanno fornito informazioni sullo stato attuale della ricerca e sugli approcci terapeutici nonché sulle misure consolidate e necessarie per la gestione della crisi.

DroMedArio: fonte di dati sulle nuove sostanze

Per poter affrontare tempestivamente i nuovi sviluppi nel campo delle sostanze psicoattive "è necessario disporre di dati significativi, che l’UFSP raccoglie grazie a studi, informazioni fornite dalla polizia o rapporti redatti dai centri d’accoglienza a bassa soglia". Dal 2021, l’UFSP può inoltre accedere ai dati relativi al monitoraggio delle acque reflue denominato 'DroMedArio'. Su mandato dell’UFSP e nell’ambito di un progetto pilota, l’Eawag (Istituto per la ricerca sulle acque del Politecnico federale di Zurigo) e l’Università di Losanna si occupano di analizzare le acque reflue di dieci città svizzere per rilevare la presenza di residui di droghe illegali, di medicamenti nonché di alcol e tabacco. La presenza e la quantità di biomarcatori nelle acque reflue possono fornire rapidamente informazioni oggettive sul consumo e sulla diffusione regionale delle sostanze. I primi risultati sono promettenti e le valutazioni finali sono previste per la metà del 2025.