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Il Consiglio nazionale respinge l'iniziativa fiscale del Centro
© Chiara Zocchetti
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Ats
2 giorni fa
Nel corso del dibattito odierno sono riemerse posizioni note, già espresse in precedenti discussioni. Il dossier passa ora al Consiglio degli Stati.

L'iniziativa popolare del Centro volta a eliminare la discriminazione fiscale delle coppie sposate va respinta. Lo ha deciso oggi il Consiglio nazionale (con 99 voti contro 92), che preferisce risolvere il problema puntando sull'imposizione individuale. La proposta di modifica costituzionale - intitolata "Sì a imposte federali eque anche per i coniugi. Basta con la discriminazione del matrimonio!" - riguarda solo l'imposta federale diretta e stabilisce il cumulo dei redditi dei coniugi nella dichiarazione fiscale. Ciò esclude il passaggio all'imposizione individuale. Ed è proprio questo il nodo centrale: per correggere la penalizzazione fiscale del matrimonio, denunciata già dal Tribunale federale nel 1984, il Parlamento ha approvato in giugno il passaggio all'imposizione individuale che, referendum permettendo, sarà effettivo a tutti e tre i livelli statali (federale, cantonale e comunale).

Le posizioni

Nel corso del dibattito odierno sono riemerse posizioni note, già espresse in precedenti discussioni. I parlamentari che hanno preso la parola hanno confrontato la proposta del Centro con l'introduzione dell'imposizione individuale, evidenziandone vantaggi e svantaggi. Per Centro e UDC, solo l'iniziativa oggi in discussione permette di risolvere il problema della penalizzazione fiscale delle coppie sposate, senza svantaggiare le altre. La proposta avanza una soluzione semplice ed equa, che crea solo vincitori, ha affermato Benjamin Roduit (Centro/VS). L'iniziativa è "giusta, semplice da applicare e pienamente compatibile con i sistemi fiscali cantonali", ha aggiunto Roger Golay (MCG/GE) alludendo alla contrarietà dei Cantoni alla riforma sull'imposizione individuale. Le due forze in campo si sono anche scontrate in relazione alle rispettive visioni della famiglia e della società: "Le famiglie, grazie al matrimonio, sono il pilastro e il futuro del Paese; solo loro possono colmare il deficit demografico", ha dichiarato Roduit. Non vanno relegate in secondo piano rispetto all'individuo, ha sostenuto.

Quadri: "Si impone un preciso modello familiare"

Lorenzo Quadri (Lega/TI) ha da parte sua criticato il passaggio all'imposizione individuale: a suo avviso, così facendo lo Stato "impone un preciso modello familiare, quello in cui entrambi i coniugi lavorano approssimativamente nella stessa misura". Ma per il ticinese "questa non è equità fiscale, ma ideologia". Secondo il leghista, inoltre, l'effetto occupazionale dell'imposizione individuale sarà "del tutto marginale". Di parere radicalmente opposto PLR, PVL, PS e Verdi, secondo cui l'iniziativa del Centro, oltre ad essere troppo costosa per l'erario, andrà a beneficio soprattutto di coloro che hanno alti redditi. A pagarne il conto, secondo Alex Farinelli (PLR/TI), sarebbe il ceto medio. L'iniziativa, ha aggiunto Raphaël Mahaim (Verdi/VD), "accrescerà ulteriormente la disparità tra coppie sposate e non sposate". Le proposte del Centro comporterebbero inevitabilmente che i contribuenti non sposati paghino più tasse rispetto alle coppie sposate, ha aggiunto la consigliera federale Karin Keller-Sutter.

Soluzione attraverso l'imposizione individuale

Per il campo progressista e liberale, la soluzione passa dunque per l'imposizione individuale, del resto già approvata dal Parlamento. Secondo Farinelli si tratta di "una riforma coerente, socialmente giusta, fiscalmente sostenibile e con effetti positivi sull'occupazione". Da parte sua, Regine Sauter (PLR/ZH) non ha digerito la proposta di ancorare la famiglia tradizionale nella costituzione: "Si suggerisce che solo i coniugi costituiscano un nucleo economico degno di tutela". Ma per la zurighese "la politica fiscale non deve essere uno strumento per promuovere un modello di vita particolare". 

Palla ai "senatori"

Oltre a considerare le coppie sposate come una comunione economica, l'iniziativa del Centro chiede anche che i coniugi non siano svantaggiati dal punto di vista fiscale rispetto alle persone non sposate. L'attuazione concreta spetterebbe al Parlamento. I possibili modelli dell'imposizione congiunta comprendono varie forme di splitting e il cosiddetto calcolo fiscale alternativo. Quest'ultimo modello verrebbe applicato nella fase transitoria, se tre anni dopo l'accettazione dell'iniziativa le disposizioni d'attuazione non fossero ancora pronte. Concretamente, per i coniugi, oltre all'imposizione congiunta prevista dal diritto attualmente in vigore, verrebbe effettuato un calcolo fiscale alternativo sulla base delle tariffe vigenti e delle deduzioni per le persone non sposate. I coniugi dovrebbero pagare l'ammontare più basso. Il dossier passa ora al Consiglio degli Stati.