
Ignazio Cassis vuole farsi una propria idea della situazione in Medio Oriente. In seguito a critiche crescenti nelle ultime settimane, il consigliere federale si reca oggi e domani in Israele per una visita lampo che lo porterà anche in Cisgiordania. Il capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) è atterrato questo pomeriggio a Tel Aviv. In totale, passerà un po' più di una ventina di ore nella regione. Fra gli obiettivi: farsi una propria idea sull'assistenza umanitaria.
"Una buona discussione"
In serata Cassis ha incontrato rappresentanti delle organizzazioni sostenute dalla Svizzera attive nella Striscia di Gaza. "Siamo nel mezzo di una guerra dell'informazione", ha detto il capo del DFAE all'inizio della riunione. Al tavolo c'erano anche la coordinatrice umanitaria ad interim dell'ONU per i territori palestinesi, i capi del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) e dell'Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (OCHA). L'incontro è durato un'ora e mezza dopo, più di quanto previsto: "È stata una buona discussione", ha detto a Keystone-ATS il portavoce del DFAE Nicolas Bideau. "Ci hanno ragguagliati in dettaglio sulle difficoltà di fornire aiuti umanitari alla popolazione di Gaza da persone che lavorano sul campo", ha aggiunto. Queste persone "si scontrano ogni giorno con l'amministrazione israeliana". Il prossimo passo sarà ora quello di confrontarsi su queste indicazioni domani mattina con il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar. Anche dal punto di vista delle ONG l'incontro è considerato utile: ha permesso alle organizzazioni attive sul campo di spiegare perché la controversa Gaza Humanitarian Foundation (GHF) non rispetta i principi umanitari e perché l'opinione pubblica svizzera deve saperlo. E anche perché i pochi camion internazionali arrivati al valico di Kerem Shalom non possono distribuire gli aiuti, perché le condizioni di sicurezza non sono più garantite vista la situazione attuale.
Domani l'incontro con la parte palestinese
Ma la questione umanitaria non è la sola sul menu della visita di Cassis nella regione. Domani, infatti, il ticinese incontrerà il primo ministro palestinese Mohammad Mustafa e in seguito il capo della diplomazia israeliana Gideon Sa'ar. Non è invece previsto alcun incontro con il premier israeliano Benjamin Netanyahu. La scorsa settimana il ticinese era finito al centro di diverse critiche, in particolare per le sue giustificazioni sul fatto che la Svizzera non ha firmato una lettera che chiede che gli aiuti umanitari vengano gestiti dall'Onu e dalle ONG umanitarie. Il "ministro" ha sostenuto che tale missiva fosse un "processo alle intenzioni" nei confronti della controversa Gaza Humanitarian Foundation (GHF). Diverse decine di persone sono state uccise nelle prime settimane di distribuzione condotte da questa fondazione gestita da Stati Uniti e Israele. Se gli attacchi sono stati attribuiti all'esercito israeliano, il consigliere federale aveva dichiarato che "non sapremo mai" chi è veramente responsabile. Da diverse parti è giunta una richiesta di condanna nei confronti delle azioni di Israele. Secondo quanto scrive il DFAE in un comunicato, il viaggio di Ignazio Cassis rientra nel quadro degli sforzi costanti della Svizzera a favore del dialogo, della pace e del rispetto del diritto umanitario internazionale nella regione. Il Dipartimento si adopera per contribuire agli sforzi per dare una prospettiva di pace per tutte le parti coinvolte.