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I veicoli elettrici vanno tassati in funzione dei chilometri percorsi o dell'energia utilizzata
©Chiara Zocchetti
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Keystone-ats
20 ore fa
Il Consiglio federale propone l'introduzione di una tassa per i veicoli elettrici per contribuire al finanziamento delle infrastrutture di trasporto, basata sul chilometraggio o sull'energia utilizzata per ricaricare. Le nuove disposizioni entrerebbero in vigore nel 2030.

Tutti i veicoli devono partecipare al finanziamento delle infrastrutture di trasporto, anche quelli elettrici. Due le varianti per quest'ultimi: in funzione dei chilometri percorsi o in base all'energia utilizzata per ricaricarli. Lo ha proposto oggi il Consiglio federale precisando che le nuove disposizioni entrerebbero in vigore nel 2030. Le infrastrutture stradali a livello federale sono interamente finanziate dagli utenti, ricorda il Governo in una nota. I veicoli a benzina e diesel lo fanno pagando le imposte sugli oli minerali, che alimentano il Fondo per le strade nazionali e il traffico d'agglomerato (FOSTRA) e il Finanziamento speciale del traffico stradale (FSTS). Per i veicoli elettrici non esiste alcun tipo di contributo analogo. L'aumento della mobilità elettrica a discapito di quella tradizionale a combustione comporta quindi un calo delle entrate provenienti dalle accise sui carburanti.

Variante chilometraggio

La prima opzione prevede una tassa calcolata sui chilometri percorsi in Svizzera, con una tariffa di 5,40 franchi ogni 100 km per un’auto elettrica, modulata in base a tipo e peso del veicolo. I plug-in avrebbero uno sconto del 50%. Per stabilire il chilometraggio si potrà scegliere tra autodichiarazione o rilevamento tecnico, con controlli periodici. È prevista una deduzione forfettaria per i chilometri all’estero, senza necessità di trasmettere dati GPS. Per i cosiddetti piccoli veicoli elettrici - come scooter o quad - verrebbe introdotta un'imposta forfettaria poiché spesso sono ricaricati da una normale presa domestica.  

Variante ricarica

La seconda opzione introdurrebbe un’imposta di 22,8 centesimi per chilowattora sull’elettricità usata per ricaricare il veicolo, sia in stazioni pubbliche sia in impianti privati. Questa variante presenta però criticità: le ricariche domestiche sono difficili da controllare, con conseguenti rischi di elusione, aumento del consumo elettrico e problemi legati alla ricarica bidirezionale.

Parola al popolo

I proventi della nuova imposta andranno utilizzati analogamente a quelli dell'imposta sugli oli minerali. Dovranno confluire nel FOSTRA, nel FSTS (contributi a Cantoni e Fondo per l'infrastruttura ferroviaria (FIF) compresi), e nel bilancio generale della Confederazione. Per farlo è però necessaria una modifica della Costituzione. L'ultima parola spetterà quindi in ogni caso al popolo.