Innovazione
I taxi robot di Baidu puntano alla Svizzera. Primi test entro il 2025?
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Redazione
2 giorni fa
Il colosso cinese dell’intelligenza artificiale vuole sperimentare il servizio Apollo Go in Europa. La Svizzera è tra i primi Paesi target grazie all’apertura verso la mobilità innovativa. Trattative in corso con PostAuto, ma nessuna collaborazione formale annunciata.

La mobilità del futuro potrebbe passare anche per la Svizzera. Il gigante cinese Baidu, noto per il suo motore di ricerca e i progetti all’avanguardia nel campo dell’intelligenza artificiale, ha annunciato l’intenzione di portare i suoi taxi robot Apollo Go nel cuore dell’Europa, identificando proprio la Svizzera – insieme alla Turchia – come uno dei primi mercati dove avviare una sperimentazione. Secondo quanto riportato dal Financial Times e da altre testate internazionali, l’azienda ha avviato contatti preliminari per stabilire una presenza nel nostro Paese entro la fine del 2025, con l’obiettivo di testare il suo servizio di trasporto autonomo su suolo elvetico.

PostAuto

Uno dei possibili interlocutori locali sarebbe PostAuto, con cui Baidu avrebbe aperto un dialogo. Tuttavia, da parte dell’azienda svizzera è arrivata una precisazione: attualmente non esiste alcuna cooperazione formale con Baidu o altri fornitori esterni, anche se la società conferma di esplorare attivamente soluzioni per la mobilità del futuro. Il modello che Baidu intende adottare in Europa è definito "asset-light": l’azienda non gestirebbe direttamente le flotte di veicoli, ma si limiterebbe a fornire software, sensori e supporto operativo da remoto, lasciando agli operatori locali la responsabilità delle flotte e delle attività quotidiane. Un approccio che riduce i costi d’ingresso e facilita l’adattamento a normative diverse nei vari Paesi.

Dalla Cina all’Europa

Il servizio Apollo Go è attivo in oltre dieci città cinesi, tra cui Pechino, Shenzhen e soprattutto Wuhan, dove Baidu gestisce la sua più grande flotta di robotaxi – oltre 400 veicoli autonomi. Solo nell’ultimo trimestre del 2024, il servizio ha effettuato 1,1 milioni di corse, portando il totale complessivo a più di 9 milioni di viaggi. L’Europa è ora nel mirino, e la Svizzera potrebbe rappresentare un banco di prova ideale grazie alla qualità delle infrastrutture, all’apertura verso le tecnologie emergenti e a un quadro normativo che – pur rigoroso – consente sperimentazioni controllate. Progetti simili sono già stati avviati da altre aziende cinesi come WeRide e Pony.ai in Francia, Lussemburgo e negli Emirati Arabi Uniti.

Un mercato in fermento

Anche Uber ha recentemente siglato accordi per integrare i robotaxi di questi fornitori nelle sue flotte in mercati selezionati. Il settore della mobilità autonoma è in piena espansione, e la Svizzera sembra destinata a diventare un laboratorio privilegiato per le nuove forme di trasporto urbano. Per ora non ci sono date ufficiali né conferme operative. Ma il solo fatto che Baidu guardi alla Svizzera come possibile terreno di sperimentazione dimostra quanto il nostro Paese sia considerato un interlocutore credibile e attrattivo nel panorama globale dell’innovazione tecnologica. I taxi senza conducente, insomma, non sono più fantascienza: potrebbero arrivare molto presto anche sotto casa nostra.