Digitalizzazione
“I servizi consolari vanno digitalizzati”
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Keystone-ats
3 anni fa
A dirlo il Controllo federale delle finanze, che sottolinea che il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) dipende da altri uffici per i progetti informatici, come le notifiche di stato civile e di trasloco, le carte d'identità o le pensioni.

I servizi consolari delle rappresentanze svizzere all'estero funzionano generalmente bene, ma è necessario fare passi avanti nella digitalizzazione. Lo dice il Controllo federale delle finanze (CDF). In un rapporto pubblicato oggi, l'organo superiore di vigilanza finanziaria della Confederazione afferma che il ricorso ai servizi consolari in forma digitale deve essere potenziato. A questo scopo è importante coinvolgere il personale sul campo, visto che potrebbe considerare la digitalizzazione come una minaccia per il proprio posto di lavoro. Le rappresentanze consolari conservano ancora i documenti degli svizzeri all'estero in formato cartaceo, scrive il CDF. Senza l'archiviazione elettronica e la gestione digitalizzata dei dossier, è difficile convincere il personale a non usare la carta.

Insicurezza del personale

A preoccupare il personale contribuiscono, oltre al timore di perdere il lavoro a causa della crescente digitalizzazione, le chiusure di singoli consolati e il consolidamento dei servizi in 16 centri consolari regionali. La direzione stabilita dalla sede centrale di Berna è vista come avulsa dalla realtà. Per questo, il personale locale deve essere maggiormente coinvolto nella trasformazione digitale. Anche gli utenti dovrebbero peraltro venire coinvolti nello sviluppo di un servizio online, visto che le offerte attuali non sono abbastanza utilizzate. Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) - sottolinea il CDF - dipende da altri uffici per i progetti informatici, come le notifiche di stato civile e di trasloco, le carte d'identità o le pensioni. Le interfacce non sono però automatizzate, e i documenti devono essere inviati per posta o per e-mail.

Pandemia ben gestita

Per il resto, il CDF dà buoni voti ai servizi consolari. I casi di protezione consolare - circa 650 all'anno - sono diventati meno frequenti. Le ambasciate e i consolati ricevono il supporto del Centro di gestione delle crisi del DFAE in circa 100 casi all'anno. Nel caso della pandemia di Covid-19, il CDF attesta l'alto livello di impegno e il buon coordinamento del DFAE. Prima della pandemia venivano trattate oltre 630'000 domande di visto all'anno. Secondo il CDF, questo settore presenta il rischio più elevato di tutti i servizi consolari, ad esempio a causa della corruzione. Il DFAE ne è consapevole e molte regole vengono applicate in stretta collaborazione con gli Stati Schengen.

43 milioni di franchi di entrate

Il DFAE dispone di 94 centri e sezioni consolari nelle ambasciate e nei consolati generali. Il loro costo è di 128 milioni di franchi all'anno e rappresenta il 27% delle spese per la rete estera del DFAE. Il personale dei servizi consolari è composto di circa 540 dipendenti a tempo pieno. Il 60% del servizio è destinato ai cittadini svizzeri, il 40% al trattamento dei visti. Prima della pandemia, le entrate del DFAE derivanti dai servizi consolari ammontavano a 43 milioni di franchi all'anno, di cui 34 milioni per i visti. I servizi consolari sono l'attività più visibile del DFAE per il pubblico.

 

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