
La strada affinché gli hotel operanti in Svizzera siano liberi di proporre tariffe inferiori alle piattaforme internet è praticamente spianata. Dopo il sì del Consiglio nazionale dell'8 marzo scorso, anche gli Stati hanno accolto martedì (38 voti a 7) la revisione della Legge sulla concorrenza sleale. Come la camera del popolo, anche quella dei Cantoni si è detta d'accordo sia di vietare le clausole di parità tariffaria nei contratti tra piattaforme di prenotazione online e aziende alberghiere, sia di estendere tale proibizione alle clausole di parità di disponibilità e di parità di condizioni. Il plenum ha tuttavia deciso, adeguandosi al Nazionale, di non prevedere sanzioni penali per chi non rispetterà tali disposizioni
Gli scopi
Con questa revisione, il parlamento vuole proibire le clausole di parità tariffale nei contratti tra le piattaforme come Expedia o Booking e i fornitori di alloggi, allo scopo di rafforzare la competitività degli hotel. Con la loro posizione dominante sul mercato, le grandi piattaforme internazionali di prenotazione possono infatti imporre le proprie condizioni alle piccole e medie strutture ricettive: l'industria alberghiera elvetica e i consumatori devono essere protetti da queste pratiche, hanno sostenuto in aula diversi oratori.
Una “protezione efficace”
Per i “senatori”, queste modifiche permetteranno agli alberghi di dotarsi di una protezione efficace per contrastare la posizione dominante sul mercato esercitata, talvolta in modo abusivo secondo alcuni, dalle piattaforme di prenotazione online. Il dossier è pronto per le votazioni finali.
Come funziona il sistema
In base alle regole attuali, un albergatore è obbligato a offrire sui suoi canali lo stesso prezzo che sceglie ad esempio su Booking. Una concorrenza sleale perché, a detta di chi ha una struttura ricettiva, deve esserci la possibilità di offrire le proprie camere a una tariffa più bassa. Il nodo sono le commissioni, che in Svizzera si attestano circa al 15%. “Booking, scrivendo hotel su Google, esce sempre pe primo”, spiega ai microfoni di Ticinonews il presidente di HotellerieSuisse Ticino Lorenzo Pianezzi. “Riesce a raccogliere talmente tanti fondi da spendere 7 miliardi all’anno per essere al primo posto nei canali di ricerca”. Il contratto presentato da Booking a inizio anni 2000 prevedeva la clausola che l’albergatore non potesse scendere al di sotto del prezzo offerto sulla piattaforma. “Questo ovviamente metteva un po’ in difficoltà anche l’albergatore, perché Booking riceve una percentuale di commissione sui prezzi delle camere vendute”.
Il margine di manovra
Sulla carta il prezzo deve essere identico, ma nella pratica gli albergatori ci giocano a loro piacimento. Ma cosa potrebbe succedere se la piattaforma dovesse accorgersi? In quali sanzioni può imbattersi l’albergatore? “Si rischia l’oscuramento della struttura alberghiera sulla pagina di Booking o lo scivolamento della struttura nelle ultime pagine, facendo perdere quindi visibilità all’albergo in questione. Entrambi i casi, comunque, non avvantaggiano né l’albergatore né Booking”.
Le strategie da adottare
Per provare a ottenere un prezzo migliore “noi abbiamo imparato, così come tanti nostri clienti, a scegliere un albergo tramite un portale, come ad esempio Booking, e a provare poi a scrivere all’albergatore per capire se effettivamente ci possono essere dei vantaggi”, afferma Pianezzi. “Se dobbiamo acquistare qualcosa andiamo a vedere magari 2-3 commerci che offrono il medesimo prodotto e poi decidiamo in base alla consulenza o alla qualità del prodotto dove acquistare al meglio”.
Il futuro
Nonostante le novità, Booking non sparirà, anzi “sicuramente riuscirà a diversificare i suoi servizi, in parte lo sta già facendo, perché sappiamo che c’è una parte della nostra clientela che è molto affezionata la fatto che con due “click” si possa prenotare una camera d’albergo: non c’è necessità di avere un contatto telefonico né di perdere del tempo scrivendo una mail o cercando il contatto con l’albergatore, ma basta entrare nel portale di riservazione, scegliere la struttura, la tipologia di camera, il prezzo che più conviene ed ecco che si è fatta la riservazione con celerità e comodità”, conclude Pianezzi. Insomma, la comodità e la riservazione in pochi “click” hanno un costo. Al cliente la possibilità di fare la sua scelta.
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