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Hayek: "Il mondo intero ha visto la Svizzera presa dal panico"
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Ats
11 ore fa
Secondo il Ceo di Swatch, Berna ha dato gravi segni di debolezza nelle trattative sui dazi imposti dal presidente americano Donald Trump. A suo avviso il governo avrebbe invece dovuto mostrare forza, ad esempio introducendo tariffe doganali sulle esportazioni di oro.

Il Ceo di Swatch Nick Hayek accusa il Consiglio federale di mancanza di leadership nella vertenza sui dazi con gli Stati Uniti. "Poco dopo che la signora Keller-Sutter ha annunciato che tutto sarebbe andato bene, è successo esattamente il contrario", si rammarica il 70enne in un'intervista pubblicata oggi dalla NZZ am Sonntag. "Ma ciò che conta non è quanto successo nei 60 o 90 giorni precedenti, ma come la Svizzera ha reagito al rovescio e all'improvviso aumento dei dazi doganali al 39%. Ed è proprio qui che entra in gioco la leadership".

"La reazione di Berna: siamo deboli e senza contro-argomentazioni"

"La reazione ufficiale è stata: siamo piccoli, siamo deboli, non abbiamo contro-argomentazioni. Un imprenditore cinese di Pechino, che qualche giorno dopo è venuto a pranzo da me, mi ha chiesto cosa stesse succedendo in Svizzera. Ha detto: 'Ammiriamo la Svizzera, la sua indipendenza, la valuta forte, l'industria innovativa, l'affidabilità, la stabilità politica. E ora sentiamo improvvisamente dal governo elvetico che la Confederazione è troppo piccola e troppo debole per difendersi dagli Stati Uniti. Non lo capisco, e rasenta quasi un complesso di inferiorità'. Queste dichiarazioni sincere mi hanno colpito come Guglielmo Tell ha colpito la mela".

"Il mondo intero ha visto che la Svizzera è stata presa dal panico"

"Non ho mai visto la Svizzera così sulla difensiva", insiste il dirigente del gruppo orologiero di Bienne (BE). "Nelle crisi precedenti, la comunicazione era intelligente, sostenuta da una solida consapevolezza di sé. Anche i consiglieri federali mantenevano questo atteggiamento: riservati, ma con forza interiore. Oggi, invece, sono spaventato. Perché ora comunichiamo all'esterno - non solo agli americani, ma al mondo intero - che siamo deboli e piccoli, incapaci di difenderci. Il mondo intero ha visto che la Svizzera è stata presa dal panico".

L'invidia della ricchezza del nostro Paese

La ricchezza della Svizzera - osservano i giornalisti del domenicale - sembra suscitare invidia. "È sempre stato così", risponde l'intervistato. "Un'esperienza che mi ha segnato è stata la visita del cancelliere tedesco Helmut Kohl a mio padre più di vent'anni or sono. All'epoca si trattava del progetto automobilistico Smart. Mio padre gli chiese perché tutti volessero assolutamente che la Svizzera entrasse nell'Ue. Kohl rispose con sincerità e umorismo: 'Per i soldi'".

L'oro, "un argomento di negoziazione con Trump"

Cosa avrebbe dovuto fare Berna? "Tutti temevano dazi sui lingotti d'oro, poi Trump ha dichiarato che l'oro era escluso. L'oro è fondamentale per i mercati finanziari statunitensi. La Svizzera avrebbe potuto dire: 'Grazie per l'esenzione, ma ora stiamo valutando l'introduzione di dazi del 39% sulle esportazioni di lingotti d'oro verso gli Stati Uniti'. Con calma, ma con determinazione. Sarebbe stato un messaggio chiaro e forte nei confronti degli Stati Uniti." Le conseguenze? "In primo luogo, saremmo sotto i riflettori; in secondo luogo, sarebbe chiaro che ci difendiamo, e questa è la base migliore per persone come Trump, che amano, come dice lui, fare dei deal", spiega il manager con un passato anche cinematografico (ha fra l'altro diretto e prodotto un film con Peter Fonda).

"La Svizzera è forte"

Sulla scia dei dazi c'è il pericolo di una deindustrializzazione del paese? "No, al contrario", replica il il figlio del fondatore di Swatch Nicolas Hayek (1928-2010). "La Svizzera è forte: nessun centralismo, regioni forti, una democrazia diretta che coinvolge la popolazione. Anche i sindacati pragmatici contribuiscono alla stabilità. La produzione industriale è profondamente radicata in molte regioni, sostenuta da grandi aziende e numerose piccole e medie imprese. A ciò si aggiungono il sistema di apprendistato unico nel suo genere, un buon sistema scolastico, un debito pubblico basso e l'orgoglio per il Swiss made. Naturalmente ci sono anche degli svantaggi, come il franco forte, ma ormai ci siamo abituati", conclude.