
Favorire la valorizzazione, la diversificazione e l'inclusione nell'obbligo di svolgere un servizio. Sono i desideri espressi dai partecipanti a un sondaggio promosso tra ottobre e novembre sulle reti sociali dall'associazione ginevrina ET PK PAS? (abbreviazione che significa "E perché no?") e dall'organizzazione civica europea Make.org. In molti chiedono l'ampliamento dei settori di servizio oltre quello militare, all'ambiente, all'edilizia, alla protezione civile o ai servizi di prossimità. Un'altra proposta che riscuote un ampio successo è di migliorare la valorizzazione di questo servizio attraverso una migliore rimunerazione o rilasciando certificati di formazioni. Questa è approvata dal 64% del campione. Viene pure vista di buon occhio una maggiore inclusività.
Temi che non fanno l'unanimità
Altre idee risultano invece essere più divisive. Una di queste è l'eliminazione del modello del servizio obbligatorio a favore di uno fondato sul volontariato, che raccoglie il 40% di adesioni, a fronte di un 47% di contrari e di un 13% di indecisi. Anche la volontà di adattare il compito alle necessità di studi accademici o di lavori è scarsa. Solo il 39% degli interrogati si dichiara infatti d'accordo con l'idea che chi lavora per un'azienda non debba dedicare tutti gli anni un periodo di tempo al servizio obbligatorio. Il sondaggio ha coinvolto quasi 14'000 partecipanti, il 71% dei quali di sesso maschile e di meno di 35 anni. Questi potevano formulare delle proposte e votare quelle degli altri. Sono stati raccolti 360 idee e 107'271 voti.
