
Marco Chiesa ha fatto il bis. L’assemblea dei delegati Udc, riunitasi ieri a Coira, lo ha rieletto presidente dell’Udc nazionale per i prossimi due anni. L’impegno non è da poco: Chiesa sarà l’uomo che guiderà il primo partito svizzero verso le prossime elezioni federali. “Il punto focale della nostra agenda sarà la sicurezza”, premette a Ticinonews il consigliere agli Stati ticinese, che aggiunge: “La sicurezza è un valore fondamentale, base per creare posti di lavoro e per investire nel Paese. Nel concreto, parlo di approvvigionamento energetico, alimentare, ma anche della capacità di difenderci in caso di attacco o di minaccia”.
Conferme e sorprese?
Dalle urne dell’autunno 2023, Marco Chiesa spera di vedere confermata la primazia dell’Udc in Consiglio nazionale e, “perché no, magari estendere la nostra posizione agli Stati”.
“Energia: non possiamo essere alla mercé di altri”
I delegati ieri hanno anche approvato, praticamente all’unanimità, una risoluzione a favore della neutralità armata perpetua della Svizzera. Un’espressione che assume un valore nuovo di fronte allaggressione russa all’Ucraina, condannata apertamente da Chiesa nel suo discorso ai delegati. “Consideriamo per esempio la sfida energetica a cui si confronta la Svizzera”, invita il “senatore” ticinese. “Mi sembra chiaro che dobbiamo essere indipendenti e sovrani su questo tema. L’alternativa è essere alla mercé di altri Paesi”.
Sfide locali
Non c’è però solo la politica internazionale o quella federale. In Ticino, Lega e Udc stanno trattando in vista di una possibile alleanza alle elezioni cantonali del 2023. L’ostacolo, o per chiamarla con le parole di Norman Gobbi “la pietra d’inciampo”, è la tassa di collegamento. I democentristi, da sempre contrari, hanno annunciato un’iniziativa per chiederne l’abrogazione. Una notizia che al consigliere di Stato leghista Claudio Zali - dicono - sia rimasta sullo stomaco. “Credo proprio che l’alleanza fra Lega e Udc sarà capace di resistere anche alla tassa di collegamento. È vero che siamo sempre stati critici nei confronti di questo nuovo balzello che tocca le tasche dei ticinesi, ma siamo disposti a sederci attorno a un tavolo per capire quali siano le condizioni migliori per raggiungere i nostri comuni obiettivi”.
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