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Gli americani si rivolgono alle banche svizzere: cercano un porto sicuro
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Keystone-ats
3 ore fa
Ad attirare è la reputazione della Svizzera come uno dei paesi più stabili, con un'economia prospera e una tradizione di neutralità, una sorta di porto sicuro in un contesto caratterizzato dalla burrasca dei dazi doganali voluti da Washington.

Gli americani bussano con sempre più insistenza alla porte delle banche svizzere, sebbene siano ormai pochi gli istituti che si rivolgono a questo tipo di clientela. Ad attirare è la reputazione della Svizzera come uno dei paesi più stabili, con un'economia prospera e una tradizione di neutralità, una sorta di porto sicuro in un contesto caratterizzato dalla burrasca dei dazi doganali voluti da Washington. Già in marzo la banca privata Pictet di Ginevra aveva rilevato un aumento della domanda da parte dei clienti esistenti e di quelli nuovi presso la sua struttura PNAA (Pictet North America Advisors), registrata presso la SEC, l'autorità di regolamentazione finanziaria americana. "Osserviamo la stessa tendenza da aprile", conferma una portavoce del gruppo all'agenzia Awp senza fornire numeri.

Domanda americana in crescita

La constatazione è condivisa da Billy Obregon, direttore generale di Vontobel Swiss Financial Advisers (SFA). "Negli ultimi mesi abbiamo registrato una crescente domanda da parte dei nostri clienti americani che desiderano diversificare maggiormente i loro portafogli di investimento". Ad attrarli è anche "la stabilità intrinseca" del settore finanziario elvetico. "Piuttosto che reagire alle fluttuazioni a breve termine del mercato, è nell'interesse degli investitori concentrarsi sui fondamentali a lungo termine e sui vantaggi duraturi della diversificazione". Stando al rapporto finanziario semestrale del gruppo Vontobel il 52% delle attività della banca proviene dall'estero. Al 30 giugno, il Nord America contribuiva con 18 miliardi su un totale di 306 miliardi, non molto indietro rispetto al Regno Unito con 24 miliardi e alla Germania con 23 miliardi. La banca zurighese ha inoltre nominato un responsabile della clientela privata per la regione Americhe, con sede negli Stati Uniti, al fine di guidare la prossima fase di espansione. "Abbiamo riscontrato un forte interesse da parte degli investitori statunitensi", spiega un addetto stampa. "Un interesse che, a nostro avviso, dovrebbe mantenersi nel prossimo futuro". Vi sono afflussi significativi nei segmenti della clientela privata e istituzionale.

Poche imprese per clienti USA

In Svizzera sono poche le imprese finanziarie che si rivolgono alla clientela americana: oltre alle due citate in precedenza vanno ricordate soprattutto UBS e Julius Bär. Le severe normative imposte dal Fatca (Foreign Account Tax Compliance Act) a partire dal 2014, che obbligano gli istituti a segnalare i conti americani, hanno comportato oneri amministrativi, costi e rischi legali, in particolare dopo le sanzioni imposte dagli Stati Uniti. Stando agli esperti una cosa è però chiara: le politiche del presidente americano Donlad Trump spingono gli investitori verso piazze finanziarie rassicuranti e conosciute, ovvero per esempio Singapore, Londra e Francoforte. "Le incertezze geopolitiche e macroeconomiche inducono a ricordare il valore della stabilità svizzera: lo stato di diritto, le istituzioni e la forza del franco", dichiara ad Awp Ariane de Rothschild, direttrice generale del bancario Edmond de Rothschild, Il sistema bancario elvetico conserva grandi vantaggi: un know-how eccezionale, frutto di una lunga tradizione bancaria, ma anche un ecosistema di innovazione in materia di ESG (criteri ambientali, sociali e di buon governo), fintech (oltre 500 nella Confederazione) e cripto-asset.

Tassi di cambio e fluttuazioni

Secondo Martin Hess, economista dell'Associazione svizzera dei banchieri (ASB), "le tensioni geopolitiche hanno offuscato le prospettive e causato forti fluttuazioni dei tassi di cambio: in un contesto simile, la sicurezza è diventata un bene molto ricercato". Per la Svizzera vi sono vantaggi. "La disponibilità degli investitori a pagare un premio per attività sicure comporta un calo dei tassi di interesse e, di conseguenza, una diminuzione dei costi di investimento per le imprese. I consumatori, dal canto loro, pagano meno per i beni importati e dispongono così di mezzi supplementari per il consumo o la costituzione di patrimonio". La Svizzera rimane al primo posto nella maggior parte delle classifiche mondiali nella gestione patrimoniale. Degli 8400 miliardi di franchi di attivi gestiti dalle banche elvetiche il 45% proviene da clienti stranieri, ovvero 3800 miliardi, calcola l'ASB. Gli istituti finanziari svizzeri gestiscono oltre il 20% del patrimonio privato transfrontaliero nel mondo.