Svizzera
Gioco d’azzardo, tra i giovani adulti "vanno di moda" le scommesse sportive
Redazione
4 ore fa
Secondo uno studio, il profilo tipico dello scommettitore è prevalentemente maschile e con età compresa tra i 18 e i 39 anni. Tra chi gioca regolarmente, il 24,2% lo fa almeno una volta a settimana.

Sempre più giovani si avvicinano alle scommesse sportive attratti dalla promessa di un guadagno facile e convinti di poter “battere le probabilità” grazie alla conoscenza del mondo sportivo. Ma anche quando l’esperienza è reale, il risultato resta imprevedibile. È quanto si legge in un comunicato di Ingrado, in cui si specifica che “anche questa può diventare una forma di dipendenza comportamentale che, pur travestita da ‘passione sportiva’, presenta le stesse caratteristiche di altre dipendenze: perdita di controllo, irritabilità quando si tenta di smettere, bisogno crescente di giocare, conseguenze economiche e sociali sempre più pesanti”.

Alcune cifre

Secondo lo studio eGames condotto tra il 2018 e il 2021 da Dipendenze Svizzera e GREA, il 15,1% degli intervistati ha dichiarato di aver effettuato scommesse sportive online nell’anno della ricerca, una quota rimasta stabile rispetto al 2018. Il profilo tipico dello scommettitore è prevalentemente maschile (85,4%) e con età compresa tra i 18 e i 39 anni (61,5%). Tra chi scommette regolarmente, il 24,2% gioca almeno una volta a settimana, con una spesa media mensile di circa 100 franchi. La quota di chi mostra un comportamento di gioco a rischio moderato o problematico è pari al 17,9% del campione. Inoltre, il 16,2% degli scommettitori ritiene che il risultato dipenda principalmente dalla propria abilità personale, confermando la diffusione dell’illusione di controllo.

Giovani coinvolti

Le scommesse sportive rappresentano una delle forme di gioco d’azzardo più diffuse tra i giovani adulti. “Spesso vengono percepite come una sfida logica, un esercizio di analisi e intuizione", si legge ancora nella nota. "Ma la realtà è diversa: anche con analisi e studio, il risultato di una partita resta imprevedibile; un errore arbitrale, un infortunio, una giornata storta, bastano per rovesciare ogni pronostico”. Eppure, “l’illusione del controllo è uno dei meccanismi psicologici più insidiosi del gioco d’azzardo: si pensa di dominare la sorte, quando invece si è dominati da essa". SI tratta di una "distorsione cognitiva" che porta il cervello a "sopravvalutare il proprio ruolo negli esiti casuali, rinforzando la convinzione che ‘la prossima volta andrà meglio’”.

Come riconoscere i segnali

I segnali di allarme “sono sottili ma riconoscibili: pensieri ricorrenti legati alle scommesse, irritabilità quando non si gioca, tentativi falliti di ‘limitarsi’, menzogne per nascondere le perdite o il denaro speso". Con il tempo, "la scommessa diventa non più un divertimento, ma una necessità. Le relazioni sociali, lo studio e il lavoro iniziano a risentirne, e il rischio è di perdere — oltre al denaro — anche tempo e serenità". La psicoeducazione e una psicoterapia cognitivo-comportamentale "possono essere efficaci per ridurre il gioco compulsivo e ristabilire un equilibrio. Se la dipendenza è più radicata, è possibile attivare una presa in carico multidisciplinare. Come accade per molte altre dipendenze, il primo passo è riconoscere il problema. Il secondo è chiedere aiuto, senza vergogna né paura".