
I fallimenti aziendali si confermano in forte crescita in Svizzera: nei primi undici mesi dell'anno le bancarotte sono state 11'057, il 36,4% in più dello stesso periodo del 2024. Particolarmente colpiti sono i settori della costruzione (1'576 imprese interessate), della ristorazione (1'090) e del commercio al dettaglio (774). I dati sono stati pubblicati oggi da Crif, società attiva nel campo dell'azione anti-frode, dei controlli di solvibilità e dell'informazione per aziende e privati. Uno dei motivi dell'aumento riscontrato va peraltro ricercato in una modifica legislativa: dal primo gennaio 2025 anche i debiti fiscali delle aziende iscritte nel registro di commercio possono essere fatti valere mediante procedura fallimentare, mentre finora le autorità potevano riscuotere le imposte non pagate solo mediante pignoramento.
Nuove imprese
Le differenze regionali sono importanti. Si passa da un aumento del 107% in Vallese a una contrazione del 12% in Appenzello Esterno. Il Ticino segna +23,8% (a 723), mentre i Grigioni mettono a referto +7,7% (a 140). Dove c'è chi muore c'è anche chi nasce: nel periodo gennaio-novembre sono state create nella Confederazione 48'983 nuove ditte, con un aumento su base annua pari al 4,4%. In prima fila figurano commercio al dettaglio (3'924 nuove imprese), amministrazione e consulenza aziendale (3'902), nonché ramo immobiliare (3'650). Si smarcano dalla tendenza nazionale Ticino (-2,7% a 2020) e Grigioni (-1,7% a 996), dove si osserva per contro un calo del numero di nuove realtà imprenditoriali.
