
Nel corso degli ultimi due anni, venti fegati donati in Svizzera sono stati esportati all’estero, nonostante nel Paese vi fossero pazienti idonei in lista d’attesa. È quanto rivela un’inchiesta della NZZ am Sonntag, che ha avuto accesso a dati ufficiali e ha raccolto testimonianze da esperti del settore. Solo nel 2024, in Svizzera sono stati effettuati 133 trapianti di fegato, a fronte di 491 persone in lista d’attesa. Trentasette di loro sono decedute prima di ricevere un organo. Un dato che evidenzia un problema sistemico nella gestione della rete trapianti, come confermato da Franz Immer, direttore della fondazione Swisstransplant: "Negli ultimi anni il tasso di utilizzo degli organi è drasticamente diminuito. Un tempo eravamo tra i migliori in Europa insieme all’Italia, oggi siamo al di sotto della media".
Il ruolo di FOEDUS
La Svizzera partecipa alla piattaforma europea FOEDUS, che permette lo scambio di organi tra Paesi membri allo scopo di ottimizzarne l’utilizzo. Nel 2024, tramite FOEDUS, la Svizzera ha esportato 24 organi e ne ha importati 52. L’obiettivo è garantire che ogni organo disponibile venga trapiantato nel ricevente più compatibile possibile, a prescindere dalla nazionalità. Tuttavia, secondo quanto emerso nella ricerca, in almeno 20 casi recenti di esportazione di fegati, vi sarebbero stati pazienti compatibili in Svizzera che avrebbero potuto riceverli. Questo ha sollevato dubbi etici e critiche alla gestione delle priorità, soprattutto in un contesto dove la mortalità in lista d’attesa rimane elevata.
Maggiore cautela da parte degli ospedali
Immer riconosce il problema e assicura che negli ultimi mesi gli ospedali svizzeri sono diventati più cauti nel valutare le offerte di organi e nel decidere se esportarli. A pesare, oltre agli aspetti etici, è anche la fiducia dei cittadini nel sistema di trapianti: ogni organo esportato mentre un paziente locale muore in attesa può minare la credibilità dell’intero sistema.
Verso una maggiore trasparenza
Per affrontare queste criticità, si invocano maggiore trasparenza nella comunicazione dei dati e un miglioramento dei meccanismi decisionali interni al sistema svizzero dei trapianti. Rafforzare l’efficienza, incentivare la donazione e garantire una gestione equa degli organi disponibili saranno le chiavi per evitare che casi come questi si ripetano.