
La partecipazione della Svizzera al Consiglio di sicurezza dell'ONU giungerà presto al termine. La decisione di candidarsi per uno dei dieci seggi a rotazione è stata quella giusta, dato che ha contribuito a riaffermare la credibilità di Berna quale mediatore e attore in favore del diritto internazionale, ha affermato oggi a New York la presidente della Confederazione Viola Amherd. "La neutralità del Paese non ne ha risentito", ha aggiunto in un'intervista all'agenzia Keystone-ATS. "La Svizzera ha dato un contributo importante nei due anni in cui è stata membro del Consiglio".
Un bilancio positivo
Farne parte ha portato molti nuovi contatti ad alto livello e ciò "è un riconoscimento per il nostro Paese". "Anche la conferenza sull'Ucraina che abbiamo organizzato quest'anno è stata molto apprezzata. Possiamo fare ancora di più, o almeno continuare a farlo", ha sottolineato Amherd. La Svizzera ha ripetutamente difeso il diritto internazionale e lo ha introdotto in ogni risoluzione. Anche se a volte non si vedono risultati immediati o concreti, non ci si deve rassegnare a dire "è inutile", secondo Amherd, per esempio in relazione al dibattito del Consiglio di sicurezza su donne, pace e sicurezza, tenutosi ieri. "La situazione globale si è deteriorata in modo significativo negli ultimi mesi", ha poi aggiunto la ministra della difesa. "Ciò è emerso chiaramente nel dibattito di ieri; inoltre, le donne sono sempre più colpite nei conflitti rispetto agli uomini, e la violenza contro le donne nei conflitti è raddoppiata nell'ultimo anno". Ciò rende ancora più importante l'attuazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite su donne, pace e sicurezza. Per la Svizzera, ciò significa ad esempio aumentare ulteriormente la percentuale di donne nell'esercito e nelle missioni militari di mantenimento della pace.