
È il 76esimo giorno di guerra per l’Ucraina. Il paese, ormai devastato, continua ad essere pronto a combattere contro l’esercito russo che sembra avere difficoltà a condurre questo conflitto. Peter Regli, già capo dei servizi di informazione svizzeri, in diretta a Ticinonews ha fatto il quadro della situazione commentando anche il discorso tanto atteso fatto ieri dal presidente russo Vladimir Putin.
Putin è così in difficoltà da ipotizzare una sconfitta militare?
Dobbiamo renderci conto anche oggi che dopo 76 giorni che l’informazione è manipolata gioca un ruolo importante. Sembra che sia un fatto veramente che le truppe russe non avanzano come volevano, Putin pensava di finirla in pochi giorni e si è gravemente sbagliato. Il fattore più importante è la volontà degli ucraini di battersi come leoni per il loro paese e la loro patria.
Putin ha fatto questo atteso discorso che è stato rivolto alla nazione e che è stato definito dagli analisti come ‘moderato’. Putin è in difficoltà?
Condivido. Ho seguito tutta la cerimonia, mi sembrava molto preoccupato e nervoso. Non ha fatto tre cose: minacciato l’Ucraina con la guerra, non ha mobilitato le truppe e non ha minacciato con le armi nucleari.
Ieri, in Svizzera, il Consiglio federale ha approvato la mozione che chiede l’aumento del budget per l’Esercito. Abbiamo bisogno di aumentarlo?
Non le nascondo che questa decisione mi ha fatto molto piacere. Da anni sono preoccupato per la cattiva preparazione del nostro esercito per un caso estremo. Il partito dei Verdi e il partito Socialista hanno sempre spinto per l’abolizione dell’esercito, mettendosi dalla parte sbagliata della storia. Gli altri invece sembra che si siano resi conto della serietà della situazione in Europa. Il nostro esercito del 2022 se dovesse essere mobilitato potrebbe difendere solo una parte della popolazione, a causa della mancanza dei mezzi.
Lei considera plausibile una minaccia alla Svizzera?
Noi ormai facciamo parte dell’Europa e l’Europa è minacciata, così come la Nato.
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