
Vi sono ancora notevoli difetti nella registrazione dei dati relativi al razzismo e all'antisemitismo in Svizzera. È la conclusione a cui giunge un rapporto, adottato oggi dal Consiglio federale, dal quale emerge la necessità di intervenire per risolvere il problema. Il rapporto è stato confezionato a seguito di un postulato, tramite il quale il Parlamento chiedeva di approfondire la questione della rilevazione di questi episodi, in particolare legati alla periodo pandemico. Per la sua analisi, il Governo, si spiega in una nota diramata oggi, si è fondato sul monitoraggio della discriminazione razziale e antisemita, condotto dal 2010.
Numerosi casi sommersi
La relazione mette in luce come ci sia un elevato numero di casi "sommersi" di razzismo e antisemitismo. Soprattutto la pandemia, nell'ambito delle proteste contro i provvedimenti anti-Covid, è stata contrassegnata da un incremento degli episodi discriminatori nei confronti degli ebrei. L'inghippo è dovuto al fatto che il monitoraggio rileva soprattutto gli episodi concreti. Rimangono invece nell'ombra i casi di discriminazione strutturale e le esperienze dirette delle vittime, illustra l'esecutivo.
Il rapporto
Nel rapporto, il Consiglio federale riconosce che il razzismo e l'antisemitismo rappresentano un problema sociale rilevante, anche tenendo conto del clima di crescente polarizzazione e crisi internazionale. Disporre di un monitoraggio il più completo possibile è dunque fondamentale: soltanto una registrazione sistematica degli episodi, degli atteggiamenti e delle esperienze di discriminazione consente di elaborare misure mirate. La raccolta di dati non deve quindi essere fine a sé stessa, ma uno strumento chiave per un intervento coordinato e basato su dati empirici per contrastare le tendenze razziste e antisemite nella società, continua il governo. Un monitoraggio a tutto tondo però è complicato da attuare e richiede considerevoli risorse.
Nuove misure dal 2026
Pertanto, dal 2026 saranno messe in atto diverse misure, in particolare per documentare meglio le esperienze dirette, coinvolgere maggiormente le persone interessate e la comunità scientifica e semplificare le possibilità di segnalazione. Tutto ciò confluirà nel futuro piano d'azione contro il razzismo e l'antisemitismo: proprio ieri la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider ha partecipato, insieme ad altre 200 persone, a un convegno dedicato a questa strategia nazionale, attualmente in fase di elaborazione.