Secondo un recente studio commissionato dal Consiglio d’Europa sulla popolazione delle strutture carcerarie europee, condotto da Marcelo Aebi e Mélanie M. Tiago, dell'Università di Losanna, il 71,4% dei detenuti nelle prigioni svizzere è straniero. Una percentuale molto alta, basti pensare che la media in Europa è del 15.9%, che piazza la Svizzera al quinto posto nella classifica degli Stati europei. Davanti alla Svizzera ci sono solo Il Principato di Monaco (100%), Andorra (80%), il Liechtenstein (75%) e il Lussemburgo (72,1%). Come riporta Swissinfo, che ha intervistato il criminologo Marcelo Aebi, le cause di questo fenomeno sono molteplici.

Una prima ragione consiste nell’alto tasso di popolazione straniera residente in Svizzera, che si attesta al 25,1%, quindi quasi 3 abitanti su 10. Un dato che chiaramente influisce in modo importante. Un altro fattore determinante è la posizione centrale della Svizzera, nel cuore dell’Europa, fattore che la rende un punto di confluenza di molte attività legate alla delinquenza. Inoltre, la grande ricchezza della Svizzera la rende un importante mercato di sbocco per il commercio di droga, in quanto i clienti hanno un potere d’acquisto molto più alto rispetto al resto d’Europa.

Un ulteriore fattore da considerare è che la criminalità è un fenomeno giovanile. Essendo la percentuale di stranieri molto più alta nelle fasce giovani della popolazione, ciò si ripercuote anche nelle carceri. Infatti nella popolazione carceraria a predominare sono gli uomini tra i 20 e i 50 anni. Tuttavia, con 82 persone per 100'000 abitanti, la Svizzera ha una delle percentuali più basse di detenuti nel confronto europeo. Un dato che conferma che il tasso della criminalità in Svizzera è fra i più bassi al mondo.

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