Svizzera
Ecco il piano del Governo sulle rinnovabili
Foto © CdT/Gabriele Putzu
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Keystone-ats
3 anni fa
Per il Consiglio federale è fondamentale potenziare la produzione indigena di energie rinnovabili, aumentando la sicurezza di approvvigionamento in Svizzera. Stabiliti obiettivi vincolanti per 2035 e 2050

In Svizzera è necessario un forte e tempestivo potenziamento della produzione indigena di elettricità da fonti rinnovabili. Ne è convinto il Consiglio federale, che oggi ha adottato il messaggio relativo alla legge federale su un approvvigionamento elettrico sicuro con le energie rinnovabili.

Il progetto - che comprende la revisione della legge sull’energia e della legge sull’approvvigionamento elettrico - mira a rafforzare il potenziamento delle energie rinnovabili indigene e la sicurezza di approvvigionamento in Svizzera, con un attenzione particolare ai mesi invernali, ha spiegato in conferenza stampa la responsabile del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC) Simonetta Sommaruga.

Per raggiungere gli obiettivi della Strategia energetica 2050 e della strategia climatica della Svizzera a lungo termine, ha indicato il Consiglio federale in un comunicato, “serve un’ampia elettrificazione dei settori trasporti e calore”. Inoltre, l’utilizzazione e il potenziamento delle reti elettriche deve diventare più efficiente sotto il profilo dei costi.

Obiettivi vincolanti per il 2035 e il 2050
In futuro, ha auspicato il Consiglio federale, la legge federale sull’energia comprenderà obiettivi vincolanti per gli anni 2035 e 2050: vi figurano ad esempio il potenziamento della forza idrica e di altre energie rinnovabili, ma anche la riduzione del consumo di energia (e anche di elettricità) pro capite.

Il progetto presentato oggi vuole prorogare fino al 2035 gli attuali strumenti di promozione, che scadono nel 2022 e nel 2030. Anche allineandosi a quanto discusso dal Consiglio nazionale durante la sessione appena conclusasi, l’Esecutivo ha citato oggi in particolare il sostegno tramite gare pubbliche per grandi impianti fotovoltaici, l’introduzione di contributi di investimento al posto del sistema di rimunerazione per l’immissione di elettricità (RIC) e la maggiore disponibilità finanziaria per i grandi impianti idroelettrici. Il finanziamento degli strumenti di promozione, ha evidenziato il Consiglio federale, si baserà anche in futuro su un supplemento rete pari a 2,3 centesimi/chilowattora.

I timori sull’approvvigionamento
Per quanto riguarda il capitolo approvvigionamento, il progetto pone le basi sia per garantire la stabilità della rete a breve termine, sia per fornire una maggior sicurezza di approvvigionamento a lungo termine pure nei mesi invernali.

L’abbandono delle discussioni sull’accordo istituzionale con l’Unione europea ha complicato i piani: “Probabilmente anche l’accordo sull’energia elettrica non potrà più essere concluso in tempo utile”, ha spiegato il Consiglio federale, che ora ha coinvolto diversi attori - fra i quali DATEC, Swissgrid e la Commissione federale dell’energia elettrica (ElCom) - per analizzare le conseguenze a breve e medio termine per la sicurezza di approvvigionamento e la stabilità della rete, nonché per valutare possibili misure supplementari per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento a breve termine.

Oltre al mancato accordo quadro, pure l’abbandono del nucleare pone qualche quesito a livello di energia: per raggiungere e garantire l’autosufficienza dell’approvvigionamento in Svizzera, è necessario un incremento di 2 TWh della produzione di elettricità neutrale sotto il profilo climatico - oltre all’aumento mirato della produzione di elettricità rinnovabile (valore da raggiungere entro il 2050: 39 TWh) - a cui si possa fare capo in modo sicuro anche in inverno.

Il Consiglio federale intende finanziare questi tipi di impianti - in particolare i grandi impianti ad accumulazione - attraverso un “supplemento invernale”: verrà riscosso dai consumatori un importo massimo di 0,2 centesimi/chilowattora, oltre all’introduzione di una riserva strategica per garantire disponibilità di energia anche verso la fine dell’inverno.

Apertura del mercato elettrico
Secondo il governo, l’apertura totale del mercato elettrico - che consente modelli commerciali innovativi vietati nell’attuale regime di monopolio - rafforzerà la produzione di elettricità a partire dalle fonti rinnovabili.

I consumatori finali che producono la propria elettricità (cosiddetti prosumer), i produttori e i fornitori di energia elettrica ottengono così libertà importanti sotto il profilo economico. Tuttavia, ha chiarito il governo, “al fine di proteggere i piccoli consumatori - come le economie domestiche - da abusi di prezzo, anche in futuro verrà mantenuto il regime del servizio universale. In esso sarà offerto un prodotto elettrico composto esclusivamente da energia rinnovabile indigena”.

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