Svizzera
“È morto di Covid o con il Covid?”
© CdT/Gabriele Putzu
© CdT/Gabriele Putzu
Daniele Coroneo
3 anni fa
Una domanda legittima che molti si pongono davanti ai bollettini giornalieri della pandemia. Per il direttore sanitario della Moncucco Christian Garzoni la concomitanza non causale del Covid con la morte è “un’eccezione”

Sono i numeri più pesanti della pandemia: i nuovi decessi, annunciati giornalmente a livello federale e cantonale. Ognuno di loro racconta un singolo dramma. Insieme, tuttavia, diventano invece statistica, contribuendo a commisurare la pericolosità del virus. Hanno tuttavia alimentato scetticismo e polemica: “È deceduto di Covid o semplicemente con il Covid?”, si chiedono alcuni di fronte al bollettino giornaliero.

Si sono posti questa domanda anche i giornalisti del quotidiano romando Le Temps, al quale un portavoce dell’Ufsp ha spiegato che effettivamente i formulari medici sui quali si basano le autorità non riportano specificatamente la causa primaria di morte. “Viene semplicemente indicato che si trattava di un paziente infetto da Sars-CoV-2”.

Più informazioni in mano all’Ufficio federale di statistica
Chi è invece in possesso dei certificati di morte dettagliati è l’Ufficio federale di statistica (Ust). In questo caso “si distinguono le cause dirette del decesso e le cause concomitanti”. In questo senso, i dati riguardano però soltanto l’inizio della pandemia, dal 1° gennaio al 1° maggio 2020. In quel periodo nella Confederazione si sono contati 30’278 decessi, di cui 2’021 causati direttamente dal Covid. In 109 casi, invece, il Covid era solo una malattia concomitante.

“Un’eccezione”
Può quindi darsi che l’Ufsp abbia comunque catalogato questi 109 casi come morti “per Covid”. Percentualmente, però, siamo di fronte a un piccolo 5%. A confermare l’eccezionalità di questi casi è il direttore sanitario della clinica Moncucco Christian Garzoni. “Una persona che ha un tumore terminale e che nei suoi ultimi giorni di vita prende il Covid ha come causa reale di morte il tumore”, conferma Garzoni. “Si tratta però di un’eccezione: io posso assicurare – anche con tristezza – di avere visto morire tante persone, soprattutto anziane, che se non si fossero ammalate di Covid molto probabilmente sarebbero ancora a casa a vivere la loro vita. Si tratta della grande maggioranza dei decessi per coronavirus che abbiamo visto nel nostro cantone”.

Sovramortalità durante le ondate
Sempre l’Ufficio federale di statistica individua poi dei periodi detti di “sovramortalità”, che coincidono proprio con le ondate di primavera 2020, autunno-inverno 2020-2021 e inverno 2021-2022.

Solo un “margine”
L’Ust specifica che solo al termine della pandemia si potrà stilare un bilancio complessivo dei decessi dovuti al Covid. I dati però portano Garzoni a ribadire un concetto: “C’è sempre un margine di insicurezza nelle statistiche, ma rimane un 98-99% di certezza a cui bisogna credere”. Con un’osservazione supplementare: “Se stilo un bilancio dei decessi di questo ultimo periodo, devo dire che non abbiamo visto morti per Covid fra persone vaccinate, specialmente se queste hanno ricevuto la terza dose”.

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