
La società Emix, fondata da due giovani imprenditori di Zugo, è ormai famosa in Germania da quando è stato reso pubblico una decina di giorni fa il rapporto completo sull’indagine riguardante il loro commercio di mascherine durante la pandemia di COVID-19. Lo riporta il Blick.
Mascherine per 700 milioni di franchi
Nella primavera del 2020, il Ministero della Salute tedesco, allora diretto da Jens Spahn, acquistò mascherine protettive da Emix per l’equivalente di 700 milioni di franchi. Il rapporto critica Spahn, attuale capogruppo dell’unione parlamentare CDU/CSU, per aver acquistato un numero eccessivo di mascherine a prezzi troppo alti, sperperando miliardi di denaro pubblico.
"Notevole compiacenza" verso Emix
Emix ne avrebbe tratto vantaggio, poiché Spahn avrebbe mostrato una "notevole compiacenza" nei confronti della ditta di Zugo. Avrebbe considerato conformi mascherine che invece erano state giudicate difettose dall’autorità di controllo. Spahn avrebbe trattato i due imprenditori svizzeri con indulgenza e in modo privilegiato rispetto alla concorrenza. Spahn ha contestato con fermezza questa ricostruzione spiegando che Emix ha effettuato le consegne in modo affidabile e ha sostituito correttamente le mascherine non conformi.
Tempi rapidi e qualità solida
Una portavoce dell’azienda giustifica i notevoli ricavi in Germania con la capacità di fornire grandi quantità in tempi rapidi, in modo affidabile e con una qualità solida. Emix non commenta le ipotesi secondo cui sarebbe stata favorita dal ministro Spahn.
Gli affari in Svizzera e le accuse di usura
In Svizzera, l'azienda di Zugo aveva fornito mascherine protettive alla farmacia dell’esercito e agli ospedali durante la pandemia di Covid-19. Dal 2021, il Ministero pubblico zurighese conduce un’inchiesta penale nei loro confronti per usura. Vale per entrambi la presunzione d’innocenza.