
Le catastrofi naturali e ambientali colpiscono in modo sproporzionato le donne. Tuttavia queste sono sottorappresentate nella maggior parte degli organi decisionali di politica climatica e delle misure di aiuto. La Svizzera chiede ora un maggior coinvolgimento delle donne in questo ambito.
“Coinvolgere maggiormente le donne”
Si apre oggi a New York la 66esima sessione della Commissione delle Nazioni Unite sulla condizione delle donne (Csw). Fra i partecipanti anche la Svizzera che chiede "un maggior coinvolgimento delle donne nella lotta ai cambiamenti climatici", indica il Dipartimento federale degli affari esteri (Dfae) in una nota odierna. Al centro delle discussioni, l'uguaglianza di genere e un maggior coinvolgimento di donne e ragazze nell'ambito del cambiamento climatico. Questo perché "il crescente degrado dei suoli, la perdita di biodiversità, il riscaldamento globale, l'inquinamento ambientale e gli eventi estremi possono acuire ulteriormente le attuali disparità", prosegue il Dfae. Inoltre, più donne che uomini muoiono a causa di eventi climatici estremi, una tendenza che si è accentuata negli ultimi anni, precisa il Dipartimento. Quando le donne migrano in seguito a tali eventi, sono esposte a rischi più importanti.
Promuovere l'uguaglianza uomo-donna
La missione della Csw è di promuovere l'uguaglianza uomo-donna e la causa delle donne e delle ragazze. Per il periodo 2021-2024 la Svizzera figura fra i 45 Stati membri della Commissione ed è rappresentata a New York dalla direttrice dell'Ufficio federale per l'uguaglianza fra donna e uomo, Sylvie Durrer. "L'attuazione dell'Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile è una priorità della legislatura 2019-2023 oltre che della Strategia di politica estera 2020-2023 del Dfae", indica la nota. La scorsa primavera, il Consiglio federale ha inoltre approvato la Strategia Parità 2030 che prosegue in questo senso.
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