Svizzera
Dazi USA, "proseguire i colloqui in vista di una dichiarazione d'intenti"
Ats
3 ore fa
Il Consiglio federale continua a perseguire l'obiettivo di concordare al più presto con gli Usa la revoca definitiva dei dazi supplementari. Esso informerà regolarmente le competenti Commissioni parlamentari e i presidenti della Camere in merito ai progressi compiuti in questo dossier.

Il Dipartimento federale delle finanze (DFF) e quello dell'economia, della formazione e della ricerca (DEFR) sono stati incaricati di proseguire i colloqui sulla controversia dei dazi statunitensi al fine di concludere in tempi brevi una dichiarazione d'intenti non vincolante. Oggi la presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter e il vicepresidente del Consiglio federale Guy Parmelin hanno informato l'esecutivo sullo stato delle discussioni con gli USA per revocare definitivamente i dazi supplementari decisi da questi ultimi.

Cosa aspettarsi

Gli Stati Uniti hanno riconosciuto a più riprese la buona fede della Svizzera nelle trattative. Di conseguenza il Governo ritiene che i dazi rimarranno all'aliquota vigente del 10%, fino al 9 luglio 2025, alla scadenza del termine di attesa comunicato di 90 giorni, Parallelamente i colloqui proseguiranno sino a quella data, indica una nota odierna. Tuttavia, poiché la decisione finale da parte della presidenza degli Stati Uniti non è ancora stata annunciata, non si può escludere del tutto che il 9 luglio 2025 gli Usa introducano nuovamente delle aliquote di dazio "reciproche", precisa ancora il comunicato. Il Consiglio federale continua a perseguire l'obiettivo di concordare al più presto con gli Stati Uniti la revoca definitiva dei dazi supplementari. Esso informerà regolarmente le competenti Commissioni parlamentari e i presidenti della Camere in merito ai progressi compiuti in questo dossier. Se opportuno, consulterà le commissioni competenti e, in caso di urgenza, i rispettivi presidenti, conclude la nota.

Dazi del 10% o persino del 25%

Dal 2 aprile, un gran numero di esportazioni svizzere verso gli Stati Uniti è soggetto a un dazio doganale aggiuntivo forfettario del 10%, o addirittura del 25% per i prodotti in acciaio e alluminio, oltre che per le automobili e i pezzi di ricambio, e ciò fino a nuovo avviso. Le tariffe differenziate aggiuntive, che ammontano al 21% per la Svizzera e sono quindi più alte rispetto ad altri Paesi, sono invece state sospese poco dopo la loro entrata in vigore per 90 giorni, fino al 9 luglio.

"Comunicazione prudente"

Rispondendo a domande di giornalisti a margine della conferenza stampa sul preventivo 2026 e il piano di risparmi, la ministra delle finanze Karin Keller-Sutter ha difeso la "comunicazione prudente" del Consiglio federale sulla questione. Gli Stati Uniti sono "molto occupati" in questo momento, ma la Svizzera è vicina a un accordo di principio. È stata elaborata una bozza di progetto e sono ancora in corso discussioni su alcuni punti, ha detto Keller-Sutter, senza specificare quali. La presidente della Confederazione spera di raggiungere un accordo prima del 9 luglio, "idealmente". Ma nulla è garantito, ha ammesso. Nel peggiore dei casi, i negoziati proseguiranno "oltre questa data". La consigliera federale ha anche chiarito che le questioni relative agli armamenti, in particolare il prezzo degli aerei da combattimento F-35, non fanno parte delle discussioni.

"L'accordo sembra vicino"

Dall'annuncio dell'imposizione di dazi doganali del 31% sulle merci svizzere in aprile, Guy Parmelin e Karin Keller-Sutter si sono dati da fare. Quest'ultima, in particolare, ha parlato direttamente con Donald Trump per telefono. Sebbene deluso dalla decisione, il Consiglio federale ha dichiarato di non avere piani immediati per contromisure dirette. Lunedì la presidente della Confederazione ha parlato ancora al telefono con il Segretario al Tesoro americano Scott Bessent. Quest'ultimo si è detto convinto che un accordo sia molto vicino, ha precisato Keller-Sutter ai media. La Svizzera potrebbe diventare il secondo o il terzo Paese a raggiungere un accordo. Finora gli Stati Uniti hanno concluso un'intesa solo con la Gran Bretagna.