Politica
Dai risparmi alla mobilità, Governo e Deputazione preoccupati
Redazione
un giorno fa
La maggioranza della Deputazione ticinese si schiera a favore del referendum obbligatorio sul tema degli accordi bilaterali. Il Governo, invece, si esprimerà in estate. Gobbi: "Giusto rispettare sia il popolo, sia i Cantoni".

Durante il consueto incontro tra il Consiglio di Stato e la Deputazione ticinese alle Camere, che precede la sessione di Berna, si è parlato di accordi bilaterali. Il pacchetto negoziato con Bruxelles sarà presto messo in consultazione e in questo contesto il Consiglio di Stato si esprimerà anche su una questione politica, emersa di recente, ovvero se seguire le indicazioni del Consiglio federale e sottoporre il pacchetto a referendum facoltativo oppure se schierarsi per il referendum obbligatorio, che prevede la maggioranza del popolo e dei Cantoni. "Il Consiglio di Stato prenderà una posizione sul pacchetto di bilateriali III durante l'estate", spiega Norman Gobbi, presidente del Consiglio di Stato. "Ci toccherà leggere oltre 600 pagine di accordi internazionali durante la pausa estiva. Prenderemo anche delle posizioni sul referendum che il Consiglio Federale vuole facoltativoC’è una maggioranza, però, che lo vuole obbligatorio. Questa soluzione, personalmente, è da privilegiare". Stando alla presidente della Deputazione ticinese Greta Gysin anche la maggior parte dei parlamentari ticinesi a Berna prediligono questa opzione. "Avremo modo di discuterne, ma la parola finale spetta all'Assemblea federale che decide quale tipo di referendum sottoporre questo pacchetto di bilaterali III. Una maggioranza della Deputazione è dell’opinione che debba essere un referendum obbligatorio. Una minoranza, invece, segue il Consiglio Federale nella sua valutazione giuridica sul fatto che basta il referendum facoltativo". Da nostre informazioni, a propendere per il referendum obbligatorio sono i deputati della destra e del Centro. Di certo il tema accenderà il dibattito in quel di Berna. 

Risparmi della Confederazione e mobilità

Il consueto incontro tra la Deputazione e il Governo serve a mettere sul tavolo le preoccupazioni dei ticinesi. E in questo momento i timori sono legati ai tagli proposti dalla Confederazione, su cui il Governo ha già espresso la sua contrarietà. All'interno della Deputazione ci sono invece varie sensibilità, ha sottolineato Gysin. I timori sono però condivisi su un'altra questione molto calda, ovvero la mobilità, soprattutto dopo la notizia di ieri: i risparmi di FFS Cargo avranno delle conseguenze importanti in termini di occupazione e di traffico nel nostro Cantone vista l'annunciata chiusura di due terminal (Cadenazzo e Lugano). "Il trasporto delle merci avrà delle ripercussioni, con il trasferimento delle merci su rotaia che subisce una battuta d’arresto", afferma la consigliera nazionale dei Verdi. "Questo avrà anche delle ripercussioni sul traffico già congestionato in Ticino: significa più camion sulla strada e più inquinamento. C’è una preoccupazione condivisa, per quanto riguarda l’intervento politico dovremo chinarci nei prossimi mesi. Bisognerà fare delle valutazioni e se l’intervento politico nell’ambito del trasferimento merci su ferrovia, è veramente quello di cui abbiamo bisogno per riuscire a raggiungere gli obiettivi che la popolazione svizzera, una trentina d’anni fa, ha approvato con l’accoglimento dell’Iniziativa delle Alpi". Per Gobbi la decisione di FFS Cargo "non è un segnale positivo per una regione periferica", ancor di più se questo impatto "non è solo sul mondo del lavoro, ma anche sul traffico".