Svizzera
Da lunedì certificato Covid all’interno
Immagine CdT/Chiara Zocchetti
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Redazione
3 anni fa
Il Consiglio federale ha deciso di estendere il documento per entrare negli ambienti chiusi come ristoranti, palestre, cinema

Da lunedì prossimo tutte le persone dai 16 anni di età dovranno disporre di un certificato covid per accedere alle aree interne dei ristoranti. L’obbligo vale anche per le strutture culturali e ricreative e in occasione di eventi al chiuso, ma non per i trasporti pubblici. Lo ha deciso oggi il Consiglio federale per far fronte al sovraccarico degli ospedali.

La situazione negli ospedali resta infatti tesa e i reparti di terapia intensiva stanno raggiungendo i propri limiti. Alcuni cantoni hanno già dovuto rinviare interventi e in diversi casi sono stati trasferiti pazienti in altri istituti.

Troppo pochi i vaccinati
Il numero dei contagi resta poi alto e la percentuale della popolazione non immunizzata è ancora troppo alta per prevenire una nuova ondata di contagi. Il ritmo di vaccinazione, benché in lieve crescita, resta basso. Con l’abbassamento delle temperature nei mesi autunnali non può essere inoltre escluso un rapido aumento dei ricoveri. Per evitarlo occorre agire ora: per vedere gli effetti dell’introduzione del certificato sanitario ci vorranno infatti dalle due alle tre settimane.

Il “pass Tgv” (destinato a testati, guariti o vaccinati), spiega ancora il governo, si è già dimostrato utile per le discoteche e le grandi manifestazioni, che senza di esso non si sarebbero potute organizzare. Con il suo impiego si incontrano infatti fra loro soltanto persone non contagiose o a bassa contagiosità. Il rischio di trasmissione del virus si riduce notevolmente. Il certificato consente inoltre di evitare di passare subito alla chiusura di determinate attività. Alle manifestazioni in cui è obbligatorio il certificato, vengono per altro a cadere le altre misure di protezione come l’obbligo di indossare la mascherina.

Fino al 24 gennaio
La misura annunciata oggi - che oltre a bar e ristoranti concerne anche musei, biblioteche, zoo, centri fitness, piscine coperte, centri acquatici, casinò, teatri, sale da concerto, cinema, nonché eventi privati in locali aperti al pubblico, come i matrimoni - è limitata al 24 gennaio 2022. Potrà tuttavia essere revocata in anticipo qualora la situazione sul fronte degli ospedali dovesse migliorare.

Pure interessate dall’obbligo del pass sono le attività sportive e culturali al chiuso, come gli allenamenti e prove musicali o teatrali. La restrizione non varrà per i gruppi a composizione stabile di al massimo 30 persone che si allenano o si esercitano regolarmente insieme in locali separati.

Eccezioni
Una eccezione è prevista anche per le funzioni religiose e le manifestazioni politiche fino ad un massimo di 50 partecipanti. Per le manifestazioni all’aperto continueranno invece a valere le regole vigenti: obbligo del certificato per le manifestazioni con più di 1000 persone e libertà di scelta degli organizzatori per eventi di minori dimensioni.

Sono escluse dall’obbligo del certificato anche le prestazioni delle autorità nonché i servizi alla persona come saloni di parrucchieri, offerte terapeutiche e di consulenza, offerte gastronomiche in centri di consulenza (come le mense dei poveri).

Lo stesso dicasi per i trasporti pubblici, commercio al dettaglio e zone di transito degli aeroporti. La Confederazione non prevede alcun obbligo di certificato nemmeno nei luoghi di lavoro e nei centri di formazione (comprese le mense). Non ci sarà neanche un obbligo federale del certificato per chi fa visita a familiari in ospedali e case di riposo.

Multa per chi sgarra
Per chi non rispetta l’obbligo di certificato covid sono previste delle sanzioni. Gli avventori riceveranno una multa di 100 franchi, mentre i gestori e gli organizzatori potranno essere multati o in casi estremi vedersi il locale chiuso.

Certificato consentito nel mondo del lavoro
Da parte loro, i datori di lavoro potranno verificare se i loro dipendenti sono in possesso di un certificato sanitario “soltanto se necessario per l’attuazione di misure di protezione adeguate o di strategie di test”. Le informazioni sullo stato di immunità o sul risultato del test non potranno essere utilizzate per alcun altro scopo.

Se chiederanno ai loro dipendenti di sottoporsi al test, i datori di lavoro dovranno coprirne i costi. Soltanto i test ripetuti saranno assunti dalla Confederazione. Per ragioni di protezione dei dati, i datori di lavoro dovranno utilizzare, nel limite del possibile, il certificato light. Da notare anche che i collaboratori di una struttura con obbligo di certificato (come il personale di servizio nei ristoranti, gli istruttori fitness, i sorveglianti di musei o il personale ausiliario durante manifestazioni sportive) non dovranno essere provvisti di un certificato.

Certificato possibile all’uni
Per quel che concerne le scuole universitarie, i cantoni o le scuole stesse potranno prescrivere l’obbligo del certificato per i corsi di livello bachelor e master. In questo caso saranno revocati l’obbligo della mascherina e la limitazione a due terzi della capienza delle aule. Per altre attività universitarie, quali lo svolgimento di corsi di formazione continua, continueranno a valere le regole previste per le manifestazioni.

Certificato per vaccinati all’estero
Il Consiglio federale ha infine discusso anche del pass covid per persone vaccinate all’estero. Attualmente, soltanto i certificati rilasciati da Paesi che hanno adottato il certificato COVID digitale dell’UE sono tecnicamente compatibili con il sistema svizzero.

In futuro - la proposta è in consultazione fino al 14 settembre - tutte le persone a cui è stato somministrato all’estero un vaccino omologato dall’Agenzia europea per i medicinali che risiedono o desiderano entrare in Svizzera potranno ottenere il pass elvetico. Ciascun cantone dovrà definire un organo di contatto cui potranno rivolgersi le persone interessate.

La diretta della conferenza stampa

Fine conferenza stampa

D: Con l‘obbligo del certificato cadono le restrizioni sulle mascherine? Non è irresponsabile pensando che anche i vaccinati o i guariti possono diffondere il virus?
Berset: “Sì, le misure cadono nelle aree con certificato Covid, non c’è una politica a rischio zero ed è chiaro che il vaccino non è efficace al 100%, ma i casi di contagio con vaccino sono rari e noi lasciamo che il datore di lavoro possa inserire altre misure accanto all’obbligo del certificato”.

D: Come rispondete a chi chiede di aumentare il personale di terapia intensiva?
Berset: “È chiaro che per gestire la pandemia bisogna agire su tutti i parametri. Ma non è il ruolo della Confederazione gestire gli ospedali, questa è responsabilità dei Cantoni, dei loro enti o dei privati. Ci preoccupa garantire che anche quest’ambito sia sotto controllo, ne ho parlato con i direttori della sanità ed è un argomento che torna regolarmente. Però non si può far finta che il personale in ospedale non sia esausto, abbiamo tollerato qualche ricovero in più ma questo ha un effetto sul personale. Quindi bisogna ancora una volta incoraggiare chi esita a farsi vaccinare a farlo”. Engelberger: “Le cure intense sono un settore altamente specializzato ed è molto difficile svolgere questo lavoro, con molte competenze richieste. Quindi non è automatico potenziale il personale in pochi mesi, l’anno scorso abbiamo già aumentato il personale in cure intense ma il prezzo è stato ridurre un po’ la qualità, con personale trasferito non pienamente formato e che poi manca in altri settori. Forse a lungo termine ci vorranno più riserve nel sistema ma a breve termine è molto difficile”.

D: Le cifre stanno calando, perché ora quando la settimana scorsa avete rinviato proprio per questo?
Berset: “Abbiamo raggiunto una specie di altipiano dei contagi e per il periodo è elevato, con ricoveri in aumento in cure intense. Alla fine di settimana scorsa ci siamo resi conti anche del problema del personale, da 5 a 8 per ogni posto in terapia intensiva. Siamo quasi al limite per questo, per cui non possiamo permetterci ulteriori aumenti dei contagi. Inoltre quando i casi aumentano prima o poi aumentano anche i ricoveri e l’anno scorso era stata la stessa cosa perché abbiamo temporeggiato troppo. Non vogliamo ripetere questa esperienza”.

D: In bar e ristoranti il certificato vale anche per gli impiegati?
Berger: “Per i collaboratori valgono le disposizioni del diritto del lavoro: il datore di lavoro è responsabile sia della salute dei lavoratori che degli ospiti, che sono in contatto tra loro. Un ristoratore può esigere di vedere il certificato di un dipendente e se questo non l‘ha si può implementare per esempio l‘obbligo delle mascherina”.

D: Avete parlato di aiuti, ma come si fa per chi pensa ora di perdere fino al 40% dei clienti?
Parmelin: “Forse alcuni torneranno perché hanno meno timori. L’estensione del certificato permetterà di eliminare tutte le altre restrizioni, che un ristoratore sostiene di aver avuto perdite dovrà dimostrarlo e se caso potrà richiedere gli aiuti, ma bisogna dimostrare questo calo di fatturato”.

D: Chi implementerà questa misura, per esempio nei ristoranti? Che succede se non si fanno controlli?
Berger: “I ristoratori devono controllare, se non lo fanno rischiano prima un richiamo, poi una multa disciplinare e infine la chiusura del locale”.

D: Sono esclusi dall’obbligo le assemblee parlamentari e comunali, su che base questa decisione?
Berset: “Va comunque applicato un piano di protezione, ma per queste attività dove si esercitano i diritti politici le norme sono diverse ma bisogna comunque rispettare i piani di protezione”. Berger: “I diritti politici devono essere esercitati, per questo c’è una misura eccezionale senza limite di persone, ma bisogna comunque implementare i piani di protezione”.

D: Quali sono i criteri per revocare o prolungare questa misura?
Berset: “Al momento il termine è il 24 gennaio ma può essere tolta prima se il rischio fosse meno acuto. Vedremo come evolverà la situazione, sia come certificati che come vaccinazione. Molti altri paesi progettano di riaprire tutto ma hanno percentuali molto più alte di vaccinazione”

D: Non c’è un problema di timing? Se uno volesse farsi vaccinare per fare la seconda dose a ottobre verrà discriminato per un po’?

Parmelin: “La decisione non è stata presa oggi ma, per i test, due mesi fa. Hanno avuto tutto il tempo per prendere la loro decisione, oggi abbiamo deciso che era meglio estendere quest’obbligo del certificato per evitare danni agli ospedali e all’economia. Ognuno poteva assumersi le sue responsabilità e vaccinarsi”.

D: Dal primo ottobre molte cose cambieranno dato che molti dovranno pagarsi i test di tasca loro. Non potrebbero inasprirsi i conflitti sociali dato che il 30/40% delle persone non vuole farsi ne vaccinare ne testare?
Berset: “Le cifre sono molto distanti dal 30/40%, o la pandemia durerebbe ancora a lungo. Di nuovo, l’obiettivo è non far collassare il sistema ospedaliero. Non estendiamo quest’obbligo a cuor leggero, ma è un passo per evitare misure più severe. Per quanto riguarda i test ci sono diverse possibilità ma è vero che abbiamo deciso che i test non siano più gratuiti. Tutti i paesi intorno al nostro hanno fatto lo stesso, quello che ci ha spinto a questa decisione è che ci siamo chiesti ‘fino a che punto queste scelte individuali dovranno gravare sulla collettività?’ Il vaccino si fa una volta sola”.

D: Visto che i contagi sono soprattutto dai 10 ai 19 anni, non avrebbe senza inserire misure nelle scuole?
Berset: “Ho fatto di tutto per aumentare la sicurezza nelle scuole, in particolare con i test, ma non si può pensare solo alle scuole, ci sono anche altri ambiti frequentati dai giovani”.

Le domande dei giornalisti

15:00 “Terapie intensive intasate, le temperature stanno per scendere”
“I paesi con più vaccinati hanno una situazione migliore della nostra, dunque il vaccino è la misura per farci uscire dalla situazione. Io voglio ringraziare quel 60% degli svizzeri che hanno avuto fiducia e si sono fatti vaccinare, mentre a chi non è vaccinato dico: in questo modo prolungate la crisi, con un vaccino sareste parte della soluzione. Ci sono troppe persone che si sono ammalate gravemente di Covid perché non si sono fatte vaccinare. Quindi fatelo se non l’avete fatto”.

14:57 - “Certificato importante ma non ci salverà da solo”
“La campagna vaccinale deve andare avanti: è stata un successo finora ma durante le vacanze estive il ritmo è rallentato in modo netto. Nei primi sei mesi c’erano molte persone impazienti che volevano farsi vaccinare al più presto, ora però dovremmo sforzarci in un altro campo, raggiungendo chi ancora tentenna e chi preferisce aspettare, o è contrario al vaccino. Tutti i Cantoni in questo senso stanno intensificando il certificato vaccinale, vogliamo decentralizzare l’offerta anche nelle farmacie o nei centri mobili e puntare ai gruppi di persone che fino ad adesso non siamo riusciti a raggiungere. Io credo che lo si possa fare coscientemente”.

14:55 - “È una misura temporanea”
“I Cantoni sono a favore di queste proposte e siamo molto grati che le proposte fatte dai Cantoni siano state accolte. Io ho comprensione per il disagio della popolazione, non siamo abituati a dover mostrare le proprie credenziali sanitarie tutti i giorni ma situazioni particolari richiedono soluzioni particolari. Il prezzo è molto più basso rispetto ad altre possibili misure. Sono ottimista che ci sarà una buona accettazione della popolazione per quest’uso più esteso del certificato Covid”.

14:53 - Parla Engelberger
“La conferenza dei direttori della sanità sostiene il Consiglio federale. Finora non ce la siamo cavata così male come paese e come società, diciamo che la maggioranza dei nostri cittadini è riuscita a trascorrere un’estate abbastanza normale, con meno restrizioni rispetto a quelle paventate. Dobbiamo restare però responsabili perché il sistema santiario è molto sotto pressione, abbiamo un aumento rapidissimo dei ricoveri dopo le vacanze estive: negli ultimi giorni la curva si è un po’ appiattita ma dobbiamo comunque fare di tutto per frenare una possibile impennata. Quindi siamo sicuramente a favore di quest’estensione del certificato Covid per migliorare la protezione nella vita quotidiana”.

14:48 - In consultazione il certificato in entrata in Svizzera
“È in consultazione la possibilità di richiedere il certificato all’ingresso in Svizzera. Per le persone che si sono fatte vaccinare all’estero potranno ottenere il certificato Covid svizzero se sono state vaccinate con un vaccino certificato dall’Ema”. In conclusione, Berset ha di nuovo chiesto alla popolazione di vaccinarsi per poter collaborare nel migliorare la situazione: “Possiamo farlo, è già successo 3 mesi fa. Se le vaccinazioni proseguissero con il ritmo di giugno la situazione sarebbe completamente diversa e arriveremmo a Natale in un’altra situazione”.

14:47 - Nel lavoro
“Se i datori di lavoro chiederanno l’obbligo del certificato dovranno assumersi i costi dei test, se invece i test sono ripetuti questi sono pagati dalla Confederazione per incentivare le imprese ad effettuare test regolari”.

14:46 - “Le multe sono responsabilità cantonale”
Secondo Berset nella misura viene inserita la possibilità di multe per chi entra nei luoghi in questione senza certificato, ma questa applicazione riguarda i Cantoni.

14:41 - “Da lunedì obbligo del certificato esteso”
“Questa decisione è in linea con quanto annunciato in precedenza, il certificato ci deve consentire di vivere quasi normalmente in questa fase instabile, senza chiusure generalizzate. È una via di mezzo tra due alternative difficili e inaccettabili: da un lato il rischio di tracollo del sistema sanitario, dall’altro il lockdown. Non vogliamo più un lockdown e vogliamo evitare i morti. Oggi dobbiamo trovare questa via di mezzo, che per il Consiglio federale è assolutamente indispensabile. Dopo la consultazione abbiamo adeguato le decisioni estendendo da 30 a 50 le persone per i riti religiosi, senza certificato, e consultando i collaboratori per vedere se il certificato è previsto nei luoghi di lavoro. Il certificato è sempre previsto per discoteche e eventi sopra le 1’000 persone. Per il momento la scadenza del certificato è il 24 gennaio 2022 ma è possibile che questa misura venga revocata prima se non è indispensabile. Da lunedì la misura riguarda gli interni di bar, ristoranti e altro, ma non concerne gli spazi esterni”.

14:39 - “Il personale è allo stremo”
“Da 18 mesi il personale ospedaliero fa gli straordinari e avvicinandoci all’autunno rischiamo di sovraccaricare nuovamente gli ospedali. Solo tutti insieme riusciremo ad uscire dalla situazione. C’è una percentuale consistente di persone che non è immune, tra cui 2 milioni di persone che potrebbero vaccinarsi ma non l’hanno fatto e 1,5 milioni di bambini. Quindi 3,5 milioni di persone che possono trasmettere il virus, e la copertura vaccinale aiuta anche i bambini”.

14:37 - Parla Berset
“Da 18 mesi ci troviamo in questa situazione, che ha visto sempre una serie di limitazioni: ora arriva il certificato Covid. In questa situazione abbiamo potuto comunque registrare diversi successi, ma ora siamo confrontati forse con il momento più difficile: le misure sono state quasi tutte ritirate ma la situazione resta instabile, sia per i casi ma soprattutto per le persone ricoverate in ospedale e in cure intense. Abbiamo circa 300 persone in terapia intensiva, con metà delle persone costituite da pazienti Covid e oltre il 90% delle persone in cure intense non è stato vaccinato, con una maggioranza di persone dai 30 ai 60 anni. Una grande differenza rispetto all’inizio della pandemia”.

14:30 - Parmelin: Certificato al chiuso
“Questo ci porterà verso una maggiore normalità. L’obiettivo è evitare di sovraccaricare il sistema ospedaliero ed evitare nuove chiusure nei luoghi pubblici, la scelta di limitare l’accesso a chi detiene un certificato è dunque un automatismo. Vaccinazione sistema più efficace ed economico per evitare il diffondere della pandemia. Tuttavia ci potrà sempre avere il certificato con un test, sostenendone però i costi dal primo ottobre. Per le aziende che subiranno conseguenze economiche negative in seguito a quest’obbligo, ricordiamo che resta a disposizione l’Ipg e anche gli aiuti per i casi di rigore fino a fine anno. Da ultimo, lo scudo di protezione per le manifestazioni resta in vigore fino ad aprile 2022. Metteremo inoltre in consultazione la possibilità di estendere fino a fine anno la procedura semplificata per ridurre il lavoro”.

14:30 - Inizia la conferenza

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