Forza giovani
Da Friborgo a "Free Gorbo" è un attimo, il film
Quattro studenti ticinesi dell’Università di Friborgo hanno scritto, diretto e prodotto “Free Gorbo”, un film indipendente che unisce azione, amicizia e sogni, mettendo in luce creatività e determinazione.

Sparatorie, inseguimenti, amicizia, sogni, gangster e mistero. Sono questi alcuni dei temi che troviamo in “Free Gorbo”, il film realizzato quest’anno da quattro studenti ticinesi dell’Università di Friborgo: Edoardo Ravina, Cesare Bordoli, Elia Manenga e Giona Castelli. Questi ragazzi hanno fatto prova di grande passione ed intraprendenza, dimostrando, come altri prima di loro, che i giovani ticinesi hanno molto da dare. Durante la prima del film, svoltasi il 14 giugno presso il cinema Korso in boulevard de Pérolles (FR), abbiamo avuto l’occasione di conoscere e intervistare i realizzatori.

Come vi è venuta l’idea di fare un film?

La domanda, frutto di grande curiosità da parte del pubblico, sorge spontanea. Com’è che degli studenti in Scienze della comunicazione, Economia, Psicologia e Storia si sono messi in testa di fare un film? “Tutto è nato con l’intenzione di creare un ricordo originale degli anni condivisi all’università”, ci spiegano i ragazzi. “Questo semestre, grazie a Unicam (un’associazione studentesca che si occupa di video e reportage per gli studenti) dell’Università di Friborgo e al Dipartimento dei media, avevamo accesso a della strumentazione professionale e così abbiamo preso la palla al balzo”.

Qual è stato il vostro obiettivo?

“L’obiettivo”, rispondono i ragazzi, “era innanzitutto quello di creare un ricordo incredibile per tutti” e ciò che li ha sempre motivati è stata “l’idea di vedere il nostro film proiettato in sala, essendo tutti appassionati di cinema”, potendo in questo modo assaggiare la sensazione di “che cosa significa realizzare un film”.

Quale budget avete avuto a disposizione e come vi siete suddivisi i compiti?

“Inizialmente”, ci viene spiegato, “non abbiamo avuto nessun finanziamento, abbiamo messo noi dei soldi. Poi abbiamo avuto un finanziamento di 300 franchi da Unicam”. Per quanto riguarda la suddivisione dei compiti, “ci siamo trovati tutti insieme qualche giorno in una casa in montagna e abbiamo scritto la trama e lo scheletro della sceneggiatura. In seguito ci siamo divisi la regia (scelta delle inquadrature) e la sceneggiatura (ciò che succede nella scena)”. Una volta poste la basi, “ci organizzavamo di settimana in settimana a seconda delle disponibilità degli attori e dei set disponibili. Nel giro di 5 mesi abbiamo pensato, scritto, diretto, prodotto e organizzato la prima del film”.

Qual è stata la maggiore difficoltà riscontrata?

La difficoltà più grande è stata “anzitutto lo studio da gestire in contemporanea, che ha reso difficile dedicare al progetto tutto il tempo che avremmo voluto”. In secondo luogo, aggiungono i ragazzi, “non è stata facile l’organizzazione dei giorni di riprese, dato che il cast conta nella sua interezza circa 70 persone”. Questo rende infatti facile immaginare imprevisti di tutti i tipi, visto che il presupposto era anche quello di “rendere piacevole l’esperienza per gli altri”. “Inoltre”, ci viene precisato, “è stato necessario investire molto tempo nel comprendere la visione di tutti e quattro, il che è molto più facile a dirsi che a farsi, dato che subentra il gusto personale di ognuno”.

Com’è nata la collaborazione con il cinema Korso?

“Abbiamo semplicemente cercato un cinema indipendente che rispecchiasse la filosofia del progetto e loro si sono subito dimostrati entusiasti di aiutarci a coronare il sogno. Infatti è stato piuttosto semplice, con un paio d’incontri siamo riusciti ad accordarci su tutti gli aspetti inerenti alla serata della proiezione”.

Qual è la cosa che, guardandovi indietro, vi ha segnato di più?

A questa domanda, i quattro a capo del progetto rispondono con: “l'aria che si respirava alla serata della prima del film, che racchiudeva perfettamente tutto l'impegno, i sacrifici e l'energia che è stata messa nel progetto”, cosa che – ripensandoci – possiamo confermare con piacere. “Inoltre”, aggiungono i ragazzi, “vedere che pian piano, ripresa dopo ripresa, la narrazione che avevamo ideato e che inizialmente era solo nelle nostre teste e su carta, si stava concretizzando in una narrazione cinematografica, è incredibile”.

Come riassumereste questa esperienza in 3 parole?

“Innanzitutto, ci teniamo a precisare che siamo grati per tutto l’impegno del cast e l’affetto che abbiamo ricevuto durante e dopo la realizzazione del progetto”. Questo ha infatti contribuito a rendere l’esperienza “unica, indescrivibile e – a tratti – surreale”, concludono i quattro studenti, augurandosi un buon auspicio per il futuro e sognando una carriera nel cinema.

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