
Nel 2021 il Centro nazionale per la cybersicurezza (Ncsc) ha ricevuto 21'714 segnalazioni di cyberincidenti, quasi il doppio rispetto all'anno precedente (10'833). La maggior parte di questi ha però riguardato tentativi di attacchi che non hanno avuto successo.
I motivi
Il forte aumento può essere spiegato con l'introduzione di un nuovo modulo di segnalazione alla fine del 2020, indica il Ncsc in un rapporto pubblicato oggi. La crescita è però anche dovuta all'incremento di singoli fenomeni.
Le casistiche
Come nel 2020 gli incidenti notificati più di frequente sono stati i tentativi di truffa (oltre 11'300). Nel primo semestre si è registrata una predominanza di casi di “fake sextortion”, in cui i ricattatori minacciano, in caso di mancato pagamento di un riscatto, di pubblicare foto compromettenti a sfondo sessuale. Le segnalazioni relative a tale fenomeno sono sostanzialmente diminuite nel secondo semestre. Da ottobre sono invece aumentate quelle di e-mail minatorie, nelle quali gli autori si fingono autorità di perseguimento penale e chiedono alla vittima di pagare una multa o una cauzione. Altri tipi di segnalazioni frequenti nel 2021 sono stati la truffa dell'anticipo (2’704), quella dell'investimento (397), quella del Ceo (394) e le truffe relative ad annunci (820). Per quanto riguarda queste ultime, nella maggior parte dei casi al venditore veniva richiesto di anticipare delle somme per un presunto trasporto, precisa il Ncsc.
Numerosi anche i casi di phishing, con e-mail fraudolente in cui sedicenti corrieri annunciavano l'arrivo di un pacco, o inviate a nome dell'Amministrazione federale delle dogane per chiedere il pagamento di somme di denaro. Fra gli incidenti con gli effetti potenzialmente più gravi per le imprese vengono infine indicati quelli con i ransomware. Una volta ottenuto l'accesso ai sistemi della vittima, i criminali copiano il maggior numero possibile di dati prima di criptarli. Quindi, se la vittima rifiuta di pagare il riscatto, gli hacker minacciano di renderli pubblici.
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