Svizzera
Crypto, due dipendenti DFAE nel mirino
Immagine Shutterstock
Immagine Shutterstock
Keystone-ats
3 anni fa
Un procedimento per violazione del segreto d’ufficio è stato avviato contro due collaboratori del Dipartimento di Cassis. Uno dei due sarebbe il braccio destro del consigliere federale ticinese

Il procuratore straordinario Peter Marti, incaricato di indagare sulla fuga di notizie relativa alla vicenda Crypto, ha avviato un procedimento per violazione del segreto d’ufficio contro due collaboratori del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). Il dipartimento di Ignazio Cassis ha confermato la notizia ai giornali del gruppo Tamedia.

I dipendenti respingono le accuse
Il DFAE non ha fornito i nomi degli interessati per motivi di protezione della personalità. Secondo Tamedia, tra le persone coinvolte figura il segretario generale del DFAE ed ex capo dei servizi segreti, Markus Seiler. Per Tamedia si tratta del braccio destro del consigliere federale Ignazio Cassis. Peter Düggeli, responsabile della comunicazione, ha informato per iscritto l’agenzia di stampa Keystone-ATS che entrambi i dipendenti del dipartimento collaborano pienamente con le autorità giudiziarie e respingono le accuse di violazione del segreto d’ufficio.

Già effettuate alcune perquisizioni
Il procuratore straordinario dispone già dell’autorizzazione a procedere. Martedì infatti il Dipartimento federale di giustizia e polizia ha annunciato di aver “concesso autorizzazioni ai sensi della legge sulla funzione pubblica per perseguire diversi dipendenti della Confederazione per sospetta violazione del segreto d’ufficio”. Alcuni media svizzero tedeschi avevano scritto in precedenze di perquisizioni eseguite presso due dipendenti della Confederazione, uno impiegato al DFAE e l’altro presso il Dipartimento federale dell’interno (DFI). Secondo indiscrezioni raccolte dal SonntagsBlick l’ex capo della comunicazione del consigliere federale Alain Berset (DFI), Peter Lauener, dimessosi a giugno, è stato trattenuto in detenzione preventiva per diversi giorni a Zurigo. Né il DFI né lo stesso Lauener hanno voluto commentare il domenicale svizzero tedesco.

L’indagine sulla fuga di notizie
Il procuratore straordinario Peter Marti è stato nominato all’inizio dell’anno per indagare sulla fughe di notizie, in seguito a una denuncia penale presentata nel novembre del 2020 dalle commissioni di gestione del Consiglio nazionale e del Consiglio degli Stati. La prime rivelazioni di stampa sullo scandalo Crypto risalgono al febbraio del 2020 e si basano su documenti dei servizi di spionaggio statunitensi (CIA) e tedeschi (BND). Le due intelligence per decenni hanno intercettato migliaia di documenti di un centinaio di Stati utilizzando i dispositivi di crittografia dell’azienda zughese truccati segretamente. Un’inchiesta parlamentare ha mostrato che l’intelligence elvetica sapeva fin dal 1993 che dietro Crypto c’erano servizi segreti stranieri e ha collaborato con loro per raccogliere informazioni dall’estero. I responsabili del Dipartimento della Difesa che si sono succeduti da allora non sono però stati informati.

Via il direttore del SIC
Il Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) - gli 007 elvetici - ha riferito per la prima volta il 19 agosto 2019 alla ministra della difesa Viola Amherd delle voci che circolavano su Crypto. Jean-Philippe Gaudin, il direttore del SIC ha rassegnato le dimissioni ad agosto del 2021, dopo essere stato criticato per un rapporto della Delegazione delle Commissioni della gestione (DelCG) sulla gestione del caso Crypto per aver tardato ad informare il Consiglio federale.

© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata