
Non si placano le critiche alle misure annunciate la settimana scorsa dall'Ufficio federale dei trasporti (UFT) per aumentare la sicurezza del trasporto merci, in seguito all'incidente nel tunnel di base del San Gottardo del 2023. "L'iniziativa svizzera, a seguito dell'incidente nella Galleria di base del San Gottardo, oltre ad essere un pericoloso precedente, rischia seriamente di gettare il trasporto merci ferroviario europeo nell'intero caos", afferma Mauro Pacella, presidente di Assoferr, l'associazione italiana dei detentori e gli utilizzatori di carri ferroviari europei. A suo dire le misure andranno a penalizzare solo i detentori di carri e gli Ecm, cioè i soggetti responsabili della manutenzione dei veicoli, non coinvolgendo adeguatamente le imprese e i gestori delle infrastrutture in quanto parti della catena del trasporto ferroviario.
Perché le critiche
"Il paradosso - prosegue Pacella - è che queste nuove misure unilaterali vanno di fatto contro l'interoperabilità ferroviaria, quindi, minano il lavoro dell'Agenzia Ferroviaria Europea, incaricata di sviluppare misure armonizzate a livello comunitario attraverso il Jns". "Condividiamo perciò il messaggio di Uip, l'International Union of Wagon Keeper, di cui facciamo parte, e cioè che la sicurezza nel trasporto ferroviario merci è un principio non negoziabile e che i detentori di carri e i loro Ecm mantengono da sempre i più elevati standard di manutenzione". Austria, Germania e Italia "stanno investendo ingenti risorse nel corridoio Reno-Alpi per spostare le merci dalla strada alla ferrovia". Queste misure dell'UFT svizzero "costituiscono un grave ostacolo a questi sforzi, un passo indietro per gli obiettivi di protezione climatica condivisi e un colpo mortale a tutti gli investimenti in infrastrutture e mezzi a supporto dell'intermodalità ferroviaria, nonché ai clienti come l'industria".
La richiesta
Assoferr, infine, insieme a Conftrasporto, ha scritto sia al ministro dei trasporti italiano Matteo Salvini che al ministro degli esteri Antonio Tajani, chiedendo di intervenire urgentemente presso gli omologhi elvetici per ricondurre tutte le discussioni tecniche e relative eventuali misure ai tavoli comuni europei come appunto il Jns.