Svizzera
Credit Suisse respinge le accuse
Foto CdT/Gabriele Putzu
Foto CdT/Gabriele Putzu
Redazione
3 anni fa
La seconda banca svizzera risponde al Consorzio internazionale di giornalisti investigativi, che la legherebbe a “narcotrafficanti, corrotti e dittatori”

È di quest’oggi il comunicato di Credit Suisse, che risponde alle accuse mosse nell’inchiesta effettuata dal Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi (Icji), di cui fa parte anche il quotidiano italiano La Stampa, che titola il suo articolo “Narcotrafficanti, corrotti, dittatori: i clienti ’speciali’ di Credit Suisse - Una investigazione internazionale svela le pratiche dell’istituto svizzero per ‘proteggere’ i conti più a rischio”

“Il Credit Suisse respinge fermamente le accuse e le insinuazioni sulle presunte pratiche commerciali della banca. Le questioni presentate sono prevalentemente storiche, in alcuni casi risalenti agli anni 40, e i resoconti di queste questioni si basano su informazioni parziali, imprecise o selettive fuori contesto, con conseguenti interpretazioni tendenziose della condotta aziendale della banca. Sebbene per legge Credit Suisse non possa commentare le relazioni con i potenziali clienti, possiamo confermare che le azioni sono state intraprese in linea con le politiche e i requisiti normativi applicabili nei momenti rilevanti, e che le questioni correlate sono già state affrontate” si legge nel comunicato.

“A seguito di numerose indagini da parte del consorzio nelle ultime tre settimane, Credit Suisse ha esaminato un ampio volume di conti potenzialmente associati alle questioni sollevate. Circa il 90% dei conti rivisti è oggi chiuso o era in fase di chiusura prima di ricevere le richieste della stampa, di cui oltre il 60% è stato chiuso prima del 2015. Dei restanti conti attivi, siamo convinti che un’adeguata due diligence, revisioni e altre misure relative al controllo sono state adottate in linea con il nostro attuale quadro. Continueremo ad analizzare le questioni e, se necessario, adotteremo ulteriori misure.”

“Credit Suisse osserva che il consorzio fa riferimento a un gran numero di fonti esterne, comprese quelle precedentemente note, nonché a una presunta fuga di notizie nelle loro segnalazioni. Prendiamo molto sul serio quest’ultima accusa e continueremo le nostre indagini con una task force interna che include esperti esterni specializzati. Disponiamo di solidi controlli per la protezione dei dati e la prevenzione della fuga di dati per proteggere i nostri clienti” si legge sempre nella nota divulgata quest’oggi.

E conclude “In qualità di istituto finanziario leader a livello mondiale, Credit Suisse è profondamente consapevole della propria responsabilità nei confronti dei clienti e del sistema finanziario nel suo insieme per garantire il rispetto dei più elevati standard di condotta. Queste accuse dei media sembrano essere uno sforzo concertato per screditare non solo la banca ma il mercato finanziario svizzero nel suo insieme, che ha subito cambiamenti significativi negli ultimi anni. In linea con le riforme dei mercati finanziari in tutto il settore e in Svizzera, nell’ultimo decennio Credit Suisse ha adottato una serie di importanti misure aggiuntive, tra cui considerevoli ulteriori investimenti nella lotta alla criminalità finanziaria. In tutta la banca, Credit Suisse continua a rafforzare il proprio quadro di conformità e controllo e, come abbiamo chiarito, la nostra strategia pone la gestione del rischio al centro della nostra attività”.

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