Economia
Credit Suisse, la seconda banca svizzera rischia di fallire?
© CdT/ Chiara Zocchetti - Ticinonews
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Teleticino
un anno fa
Un titolo in borsa al minimo storico, il prezzo delle assicurazioni finanziarie contro il rischio di un fallimento alle stelle. Cosa sta accadendo all’istituto di credito elvetico? L'analisi di Antonio Mele, professore di finanza all’USI.

Credit Suisse rischia di fallire oppure no? Le voci di un possibile default della banca svizzera si stanno rincorrendo con il titolo in borsa che ha toccato il minimo storico e il prezzo dei CDS, ovvero dei prodotti finanziari che consentono di assicurarsi contro il rischio di fallimento, alle stelle. Un dato, quest’ultimo, il quale rappresenta una sorta di indicatore del sentimento e della percezione della salute di una società, ivi compresa una banca d’importanza sistemica, quale Credit Suisse. Ma come leggere questa situazione? Bisogna preoccuparsi? Ticinonews lo ha chiesto a Antonio Mele, professore di finanza all’Università della Svizzera Italiana.

Quanto è concreta la possibilità che Credit Suisse fallisca?

“I mercati stanno prezzando la probabilità di un suo fallimento ad un livello abbastanza significativo. Non è soltanto il fatto che il costo dei credit default swap sia aumentato molto nelle ultime ore, ma il fatto che la curva di questi strumenti indica che il default imminente è molto probabile. Il mercato si aspetta un fallimento di Credit Suisse, un dato che è particolarmente significativo. Si tratta di probabilità e non di certezze, ovviamente questo è lo stato attuale delle cose date le informazioni che si hanno.”

La situazione è compromessa?

“Non si hanno tante informazioni in merito al piano di ristrutturazione, non si hanno ancora informazioni relative a ciò che alcuni operatori potrebbero avere e in questo modo influenzare i mercati. Questa è la situazione attuale. Una situazione seria, assolutamente non compromessa perché non tiene in conto le dinamiche aziendali che la banca adopererà nei prossimi giorni per definire una politica di ristrutturazione.”

Come si è arrivati a questa situazione di incertezza?

“I mercati amano avere una governance stabile, ma non lo è stata. Anche perché vi sono stati eventi aziendali ed iniziative che non sono andate a buon fine. Non ci si aspetta da una grossa banca con carattere sistemico di adoperare strategie che portano a queste problematiche. Ciò che spaventa i mercati non è soltanto il fatto che Credit Suisse stia attraversando delle acque così difficili, ma che la pandemia e varie altre dinamiche geopolitiche non hanno coinvolto finora nessun istituto finanziario. Di conseguenza, contrariamente al 2007 o al 2009, si era relativamente più tranquilli del fatto che il sistema finanziario globale non fosse, in questo momento, in difficoltà.”

Il ruolo della Banca Nazionale Svizzera

"Il fatto che si parli di difficoltà per un grossissimo istituto finanziario può far crescere il sospetto agli operatori che possano esserci effetti di spill over. Per questo motivo ritengo che la Confederazione e la BNS avranno, in un certo modo, una voce in capitolo anche in merito a ciò che potrebbe avvenire in futuro. Questo implicitamente o esplicitamente cambierà i mercati.”

I soldi dei risparmiatori sono al sicuro?

"Certamente, esistono delle leggi che tutelano i depositi. Non siamo arrivati fin là. Il fatto che Credit Suisse è un'azienda che ha un'importanza sistemica può far pensare che vi sarà intorno ad essa un'attenzione particolare da parte dei regolatori. Confido nella possibilità che il piano di trasformazione sia credibile e che sia condiviso anche dal fatto che si tratta di un istituto di interesse pubblico, di un istituto che ha un'importanza sistemica. Si può immaginare una situazione in cui la banca potrà suddividere i suoi asset in varie categorie, quindi creare le premesse per una "banca cattiva"? Queste sono domande che il mercato si pone. Per Credit Suisse c'è la possibilità di unire il proprio destino ad altri istituti, magari svizzeri? Domande le cui risposte sono parallele a ciò che sarà desumibile dal piano di trasformazione che verrà annunciato a fine ottobre.”

 

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