Svizzera
Crans-Montana, morto un 34enne francese
Crans-Montana, morto un 34enne francese
Crans-Montana, morto un 34enne francese
Redazione
6 anni fa
L'uomo, rimasto gravemente ferito, è deceduto nella notte all'ospedale. Lavorava come pattugliatore sulle piste

Prima vittima della valanga staccatasi ieri pomeriggio sulla pista di sci a Crans-Montana. Un 34enne francese, rimasto gravemente ferito dopo essere stato investito con altri sciatori dalla massa nevosa e trasportato con urgenza all'ospedale di Sion, è deceduto nella notte. Lo riporta la polizia cantonale vallesana. L'uomo lavorava come pattugliatore sulle piste del comprensorio sciistico. 

Le ricerche di eventuali dispersi, proseguite per tutta la notte, sono state interrotte stamane ma riprenderanno "se la situazione lo esige", ha indicato la polizia vallesana, precisando che i soccorritori non hanno trovato altre persone sepolte sotto la coltre nevosa e che non sono stati segnalati dispersi.

La valanga - che ha provocato il ferimento di altre tre persone, tutte ricoverate a Sion - si è staccata verso le 14.15 sulla pista nera Kandahar, la più alta del comprensorio, che scende dalla cima Pointe de la Plaine Morte (2926 m). La massa di neve, con un fronte largo 100 metri, si è distesa su 840 metri, di cui circa 400 sulla pista nella zona detta Passage du Major, a circa 2500 metri d'altitudine.

Per chiarire le circostanze dell'accaduto il Ministero pubblico vallesano ha aperto un'inchiesta. Due ipotesi sono attualmente all'esame: la valanga è stata causata da sciatori oppure è stato un evento spontaneo dovuto alle condizioni meteorologiche.

Secondo il nivologo Robert Bolognesi, si è trattato di un avvenimento eccezionale, tanto più che a questa altitudine l'aumento della temperatura è relativo. "Non penso che il rischio sia stato sottovalutato. Questa valanga si è staccata sopra la quota abituale delle 'valanghe da reptazione', o 'di slittamento'".

Nel suo bollettino di ieri mattina alle 08.00, l'Istituto per lo studio della neve e delle valanghe SLF di Davos indicava che con il rialzo termico e l'irradiazione solare diurni erano da aspettarsi in giornata sotto i 2500 metri "valanghe bagnate e per scivolamento di neve" e che queste ultime potevano "raggiungere dimensioni grandi". Il rischio era tuttavia considerato soltanto "moderato" (livello 2 su una scala di 5).

© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata