Svizzera
Covax, Berna cede 15 milioni di dosi
Immagine CdT
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Redazione
3 anni fa
Sono state acquistate più dosi di quelle necessarie e per questo il Consiglio federale ha deciso di cedere quelle in eccesso al programma Covax

Berna ha deciso cosa fare con le dosi di vaccino che ha accumulato. L’obiettivo – spiega il Consiglio federale - è garantire l’approvvigionamento della popolazione tenendo conto dei diversi scenari pandemici ipotizzabili. Ma, considerato l’accumulo eccessivo di dosi, ora Berna cederà un massimo di 15 milioni ad altri Paesi entro la metà del 2022, “se queste non sono destinate a essere somministrate in Svizzera”.

34 milioni di dosi
Per il 2022 la Svizzera, lo ricordiamo, ha a disposizione circa 34 milioni di dosi di vaccino, di cui 20 milioni per il primo semestre e 14 milioni per il secondo semestre. Qualora dovesse rendersi necessaria un’ulteriore vaccinazione di richiamo, l’approvvigionamento della popolazione svizzera “sarebbe garantito in qualsiasi momento”, spiega il Governo. Questa strategia d’acquisto garantisce, tra l’altro, che la Svizzera disponga sempre dell’ultima variante di vaccino disponibile presso i rispettivi produttori (a condizione che sia stata omologata da Swissmedic).

Più dosi del necessario?
Berna però ha acquistato più dosi di quelle necessarie per vaccinare l’intera popolazione. Il Consiglio federale ha quindi deciso di cedere un massimo di 15 milioni di dosi entro la metà dell’anno, “se queste non sono destinate a essere somministrate in Svizzera”, sottolinea il Governo.

Strategia Covax
I vaccini in eccesso verranno donati in via prioritaria attraverso il meccanismo multilaterale dell’iniziativa Covax. Già nel giugno 2021 il Consiglio federale ha deciso di donare quattro milioni di dosi del vaccino AstraZeneca. Nel dicembre 2021, d’intesa con Covax, la Svizzera ha inoltre posticipato la fornitura di un milione di dosi del vaccino Moderna “affinché l’iniziativa Covax potesse beneficiare direttamente delle capacità produttive rese così disponibili”, spiegano.

Farmaci per immunodepressi
Non tutte le persone però riescono a sviluppare una protezione contro il SARS-CoV-2. Si tratta in particolare di immunodepressi che presentano gravi patologie di base, che seguono una terapia farmacologica che influisce fortemente sul sistema immunitario o che lo inibisce oppure che si sono sottoposte a un trapianto di organo o cellule staminali. Questi soggetti estremamente vulnerabili in futuro potranno beneficiare di una protezione preventiva grazie a nuovi medicamenti la cui omologazione è prevista nel corso del 2022. Il Consiglio federale ha deciso di concordare garanzie di acquisto con i fabbricanti per potersi procurare rapidamente tali farmaci e metterli a disposizione degli interessati, ma specifica che saranno esclusivamente rivolti a una categoria ben precisa e non serviranno dunque da alternativa alla vaccinazione per la popolazione in generale.

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