Sciopero femminista
Cortei in tutto il paese, a Bellinzona contro ciò che "non è normale"
Foto Instagram @iolottoognigiorno
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Anche questo 14 giugno ha visto la mobilitazione del movimento femminista a livello svizzero, sceso in piazza per avanzare rivendicazioni salariali e sociali.

Larga partecipazione per lo sciopero femminista, che ha coinvolto 25 città svizzere. Tra queste figura anche Bellinzona, dove è emersa una grande voglia di lotta svolta in un clima positivo, dettato dall'unione delle diverse voci. Il corteo è partito da largo Zorzi per poi fare tappa in piazza Collegiata, dove dei palloncini sono stati fatti scoppiare, simbolicamente affermando ciò che ancora oggi "non è normale": sono stati citati i14 femminicidi avvenuti in Svizzera dall'inizio dell'anno, o un periodo di maternità troppo ridotto. L'approdo in piazza del Sole è stata inoltre l'occasione per porre l'accento sul tema delle cure. Ticinonews si è recata sul posto per raccogliere le testimonianze dei presenti e delle presenti.

Le organizzatrici: "la piazza è importantissima"

"La piazza resta uno strumento di lotta importantissimo, le donne sono state relegate per millenni a luoghi privati. La piazza diventa un luogo di lotta dove rivendicare le cose più importanti" spiega Barbara di Marco, del collettivo Io lotto ogni giorno. Qui "le donne prendono finalmente voce, le donne diventano visibili, i problemi più grandi legati alla violenza di genere, le discriminazioni, diventano più visibili, e dove lottiamo tutti insieme". Uno dei temi ancora d'attualità è il lavoro di cura: "questo, ma anche il lavoro non retribuito, sono ancora dei punti ciechi della nostra società, un lavoro non visibile, o sottopagato quando non è non pagato del tutto". La questione è ancora più complicata data l'attualità recente: "è un grosso problema, abbiamo vissuto anni di normalizzazione dei tagli, ora si parla di aumento delle spese militari, è così in tutto il mondo. Abbiamo bisogno di socializzare il lavoro di cura, abbiamo bisogno di soldi per i servizi". Il bilancio delle organizzatrici è positivo: "siamo molto contente, in Ticino non c'è stata una manifestazione femminista in piazza da tanto tempo, è riuscita ed è stata bella, molto bella". 

A Lugano l'incontro di Ocst donna-lavoro

A Lugano si è tenuto l'evento di Ocst "Legge federale sulla parità dei sessi: a che punto siamo?", promosso da OCST donna-lavoro. Le collaboratrici scientifiche dell'Ufficio cantonale di Statistica Vincenza Giancone e Silvia Giacomini hanno illustrato le differenze strutturali del mercato del lavoro e le persistenti disparità salariali tra donne e uomini. Nora Jardini Croci Torti, avvocata e co-direttrice di Equi-Lab, ha offerto una lettura della Legge federale sulla parità dei sessi, con esempi concreti. Il dibattito moderato da Sharon Bernardi della Rsi ha chiuso la mattinata.

La mobilitazione in Svizzera: almeno 10'000 a Zurigo

La lotta al patriarcato, la disuguaglianza salariale e la violenza contro le donne hanno mobilitato anche nel resto del paese: Keystone-ATS stima il numero di manifestanti a 10'000 a Zurigo (per gli organizzatori erano oltre 55'000), 5000 a Basilea, varie migliaia anche a Lucerna e 2000 a San Gallo. A Ginevra la polizia parla di 3500 presenti. Strade e piazze gremite anche a Losanna, Friburgo e Sion. A Lucerna il tema centrale dello sciopero femminista è stato l'assistenza e il lavoro di cura, questione che dovrebbe tornare con prepotenza in occasione del prossimo sciopero femminista, lunedì 14 giugno 2027 (nel 2026 il 14 giugno cade di domenica e l'iniziativa non si tiene). "Nel 2027, non lavoreremo e mostreremo alla società cosa succede quando il lavoro di cura non viene più fornito", comunica il collettivo dello sciopero femminista di Zurigo. A livello planetario, due terzi degli addetti all'assistenza retribuita sono donne. I sindacati hanno chiesto nuove misure per realizzare una "vera parità" tra i sessi. Secondo l'Unione Sindacale Svizzera, le donne guadagnano in media 1364 franchi in meno al mese rispetto agli uomini.