Svizzera
Coronaleaks, archiviato il procedimento contro l'ex capo comunicazione di Berset
©Gabriele Putzu
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Keystone-ats
2 giorni fa
Il Ministero pubblico della Confederazione ha interrotto il procedimento per la fuga di notizie contro Lauener per mancanza di prove. Il TF aveva impedito l'accesso alle email scambiate tra Lauener e il CEO di Ringier Marc, facendo valere la protezione delle fonti.

Il procedimento del Ministero pubblico della Confederazione (MPC) contro Peter Lauener, ex capo della comunicazione dell'ex consigliere federale Alain Berset, in relazione alla fuga di notizie sul coronavirus è stato ufficialmente archiviato. La procura federale ha confermato una notizia diffusa dai giornali Tamedia. Poiché la decisione non è ancora giuridicamente vincolante, al momento non sono disponibili ulteriori informazioni, ha aggiunto l'MPC. È ancora possibile presentare ricorso.

L'MPC ha annunciato l'intenzione di interrompere il procedimento

A metà marzo, il Ministero pubblico della Confederazione ha annunciato l'intenzione di interrompere il procedimento per la fuga di notizie contro Lauener, sospettato di aver fornito al CEO di Ringier i piani per affrontare la pandemia. Le prove utilizzabili non hanno potuto confermare il reato.

4 giorni in carcere

Lauener ha trascorso quattro giorni in carcere nel maggio 2022 e il procedimento a suo carico è durato quattro anni. Ha inoltre dovuto abbandonare il suo incarico di responsabile della comunicazione del Dipartimento federale dell'interno, sotto l'allora consigliere federale Alain Berset.

Un risarcimento di oltre 100mila franchi

Secondo quanto riportato dai giornali Tamedia, Lauener ha ottenuto un risarcimento di oltre 100'000 franchi. Circa 41'000 franchi gli saranno versati a titolo di risarcimento per le perdite economiche, 62'000 franchi per le spese di difesa e altri 5'000 franchi come indennizzo per i quattro giorni di carcere e per la copertura mediatica molto ampia sul caso. Lauener lavora ora in proprio in un'agenzia di comunicazione e strategia a Berna. Oggi non era disponibile per un commento. Il Ministero pubblico della Confederazione non ha confermato le cifre del risarcimento. Secondo i media, anche Marc Walder, CEO di Ringier, aveva chiesto un risarcimento, ma non riceverà nulla poiché il procedimento penale non è mai stato formalmente condotto contro di lui.

TF: prioritaria la protezione delle fonti

A metà marzo, l'MPC aveva annunciato l'intenzione di archiviare il procedimento visto che il sospetto di reato non poteva essere fondato sulla base delle prove utilizzabili. L'archiviazione è la conseguenza di una sentenza del Tribunale federale (TF) risalente a febbraio, che ha impedito all'MPC l'accesso alle mail scambiate fra Lauener e il CEO di Ringier Marc Walder. I giudici hanno valutato la protezione giornalistica delle fonti di rilevanza superiore rispetto ai chiarimenti sul caso. I dati sequestrati sono quindi rimasti sigillati. Nel corso delle indagini erano stati sequestrati diversi computer portatili, poi sigillati su domanda degli interessati. L'MPC ha in seguito chiesto di poter accedere al materiale. Il TF ha però respinto tale domanda, facendo leva sull'articolo 172 del Codice di procedura penale (CPP) che garantisce la tutela di quelle che vengono designate "fonti degli operatori dei mezzi di comunicazione sociale".

Un caso che ha scosso il paese

Il cosiddetto "caso Corona-Leaks" ha scosso il Paese nel 2022 e nel 2023. Alti funzionari svizzeri avrebbero informato in anticipo i media sulle misure governative previste durante la pandemia. Il procuratore pubblico straordinario dell'epoca, Peter Marti, aveva accusato di violazione del segreto d'ufficio Lauener, all'epoca capo della comunicazione del Dipartimento dell'interno e molto vicino a Berset.