
Il Consiglio centrale islamico svizzero (CCIS) sta valutando di sporgere denuncia nei confronti della Weltwoche.
A far arrabbiare il CCIS, come si legge sul Blick, è stato un articolo pubblicato stamattina dal settimanale.
Un articolo che rivela che nel 2005 il portavoce del CCIS, il 34enne Qaasim Illi (nella foto a sinistra), era stato condannato a un mese di carcere e 200 franchi di multa per possesso di materiale pornografico vietato.
La polizia aveva infatti trovato a casa sua oltre 1'200 immagini pornografiche di pratiche sessuali poco ortodosse, che Illi aveva salvato in una cartella denominata "Kaviar". Il termine che viene usato per definire le pratiche sessuali con escrementi umani.
L'uomo si era poi convertito all'Islam ed aveva iniziato a cancellare le immagini, ma quando gli inquirenti tornarono a casa sua, quattro mesi dopo, trovarono ancora altri CD.
Per la Weltwoche è chiaro: "Illi era al centro di un network di porno vietati".
Un'accusa pesante, soprattutto considerando che secondo il Consiglio centrale islamico svizzero la pornografia e la masturbazione portano a disturbi psichici.
Il CCIS non ha voluto commentare la vicenda, sostenendo che si tratta di vita privata. La segretaria generale Ferah Ulucay ha in ogni caso dichiarato al Blick che il consiglio sta valutando di adire le vie legali nei confronti del settimanale svizzero-tedesco. Qaasim Illi, dal canto suo, non ha preso posizione.
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