Svizzera
"Con un sì all'iniziativa '200 franchi bastano' salterebbero fino a 6mila posti di lavoro"
©Gabriele Putzu
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Redazione
4 giorni fa
Il dato emerge da un rapporto di Bak Economics, commissionato dall'Ufficio federale delle comunicazioni (Ufcom). "La SSR dovrebbe tagliare 3mila posti, di cui 2'400 a tempo pieno. Ma sono a rischio anche altri 2'450 posti di lavoro in altre aziende".

La SSR guarda "Enavant" con il proprio programma di risparmio e progetto di trasformazione che porterà l'azienda a risparmiare 270 milioni di franchi entro il 2029. "In vista della futura riduzione del canone per le economie domestiche da 335 a 300 e dell'esenzione di un numero maggiore di imprese, la SSR deve riorganizzarsi radicalmente per poter continuare a proporre alla popolazione un'offerta di qualità nelle quattro lingue nazionali", ha dichiarato negli scorsi giorni il presidente del consiglio di amministrazione Jean-Michel Cina. Una mossa, quella del governo federale, che vuole scongiurare un "sì" alle urne dell'iniziativa popolare "200 franchi bastano! (Iniziativa SSR)", su cui gli svizzeri potrebbero votare il prossimo anno e che punta a un'ulteriore riduzione del canone.

"A rischio un totale di 6mila impieghi"

Qui entra in gioco un rapporto che l'Ufficio federale delle comunicazioni (Ufcom) ha commissionato a Bak Economics, e condiviso in esclusiva dal Blick. Con un sì all'iniziativa, viene spiegato, "la SSR dovrebbe tagliare oltre 3mila posti di lavoro, di cui 2'400 a tempo pieno". A questi si aggiungerebbero "altri 2'450 posti di lavoro a tempo pieno in altre aziende". In totale, quindi, "sarebbero a rischio oltre 6mila impieghi". E attualmente, continua il testo, "alla SSR lavorano poco più di 7mila persone".

"Verrebbero ulteriormente indebolite le regioni"

Lo studio, viene spiegato, "è stato condotto nel 2024, ma non è mai stato discusso pubblicamente". Jan Flückiger, portavoce della Srg, ha spiegato come "l'ipotesi che metà dei fondi possa finanziare un'offerta equivalente di informazione, cultura, intrattenimento ed educazione è illusoria. L'azienda non avrebbe altra scelta che centralizzare massicciamente e chiudere la maggior parte delle sue sedi". Misure che "indebolirebbero ulteriormente le regioni e avrebbero un impatto negativo sulle minoranze linguistiche". Una conclusione a cui giunge anche l'analisi di Bak Economics, con gli esperti che ipotizzano come "parte dei risparmi debba essere realizzata con la centralizzazione di numerose unità aziendali". A risultare particolarmente colpiti "sarebbero i siti produttivi della Svizzera italiana e francese".

"Cifre irrealistiche"

Il consigliere nazionale Udc Thomas Matter, co-promotore dell'iniziativa, ha spiegato al Blick che "le cifre dei presunti tagli sono irrealistiche". Inoltre "il compito della Ssr non è quello di impiegare il maggior numero possibile di persone, ma di garantire un servizio pubblico efficiente". Anche Martin Candinas, consigliere nazionale del Centro e co-presidente dell'Alleanza per la Diversità mediatica, sostiene quest'ultima affermazione, ma non crede che la Ssr possa mantenere la propria offerta informativa con un canone di 200 franchi. "È irrealistico, il servizio pubblico verrebbe amputato", commenta.