Svizzera
Con il coronavirus si è riscoperta la campagna
Immagine archivio CdT/Zocchetti
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Ginevra Benzi
3 anni fa
Nonostante anche il turismo di montagna abbia dovuto fare i conti con le restrizioni dovute alla pandemia, c’è stata una riscoperta delle zone rurali e di campagna da parte della popolazione locale, sempre più propensa ad abbandonare le città

Durante gli anni pandemici l’impatto registrato nelle regioni di montagna ha lasciato segni visibili, specialmente a livello turistico. Dall’altro lato, si è però assistito a una tendenza da parte della popolazione a volersi stabilire in campagna o in montagna. Lo riferisce il Gruppo svizzero per le regioni di montagna (SAB).

Turismo in pausa
Era dai tempi della Seconda Guerra Mondiale che il turismo non veniva colpito a livelli simili, portando il settore a un declino storico. Senza la possibilità di accogliere turisti stranieri, gli incassi si sono dimezzati in poco tempo, riducendo di un quarto il valore aggiunto del turismo e provocando un calo dell’occupazione pari al 6%. Oggi, fortunatamente la voglia di tornare a viaggiare non manca e iniziano a vedersi i primi risultati positivi, anche se ci vorranno alcuni anni per recuperare tutte le perdite finanziarie subite negli ultimi due anni.

La riscoperta della campagna
Le conseguenze del coronavirus, è risaputo, hanno toccato quasi tutti i settori, come mobilità, ristorazione ed energia. Da un lato, tuttavia, la pandemia ha portato a un’inversione della tendenza demografica nelle regioni di montagna e nelle aree rurali, portando a un chiaro “ritorno alla campagna”, visibile anche nei dati statistici. Nonostante i dati relativi all’evoluzione della popolazione a livello comunale siano solo provvisori, si è però constatato che i Cantoni montani e rurali hanno registrato un aumento importante della popolazione rispetto agli anni precedenti. Questo scenario si riflette negli indicatori relativi al numero di abitazioni sfitte e di appartamenti per vacanze: attualmente non ci sono quasi più appartamenti per le vacanze da acquistare nelle regioni di montagna, con un totale prosciugamento del mercato. Questo è dovuto da un lato dal fatto la popolazione è diventata consapevole dei vantaggi del vivere in campagna e delle possibilità offerte dal telelavoro. D’altra parte, perché le case di vacanza in Svizzera sono diventate molto ambite, sia per trascorrervi il tempo libero che per lavorarci, anche solo in parte. Resta tuttavia da vedere se questa tendenza sarà sostenibile o meno, ma poiché il lavoro da casa si è ampiamente affermato, si può presumere che questo fenomeno continuerà, almeno in parte.

Le future sorti delle regioni di montagna
La SAB farà di tutto affinché le condizioni quadro politiche contribuiscano a mantenere durevolmente questo miglioramento. Ciò implica che le regioni montane e rurali devono disporre di infrastrutture solide ed efficienti, quali Internet ad alta velocità, fibra ottica o telefonia mobile; la pandemia ha infatti ampiamente dimostrato quanto questi mezzi di comunicazione siano vitali per l’intero Paese. Inoltre è necessario aumentare lo standard delle connessioni Internet, che fa parte del servizio universale, dagli attuali 10 Mbit/s a 80 Mbit/s, al fine di risponde sia alle esigenze della popolazione sia all’aumento della domanda di trasmissione di grandi volumi di dati (videoconferenze, televisione ad alta definizione, ecc.). Più in generale, la crisi pandemica ha dimostrato che la resilienza delle regioni montane e delle aree rurali deve essere rafforzata di fronte agli shock esterni. Oltre alle connessioni digitali di cui sopra, ciò implica anche la diversificazione dell’economia e la promozione dei circuiti economici regionali.

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